Il potere della parola
La parola scritta ha il potere di cambiare la giornata, la settimana o un lungo periodo della vita di chi la legge. Donare un libro o acquistarlo per sé (sempre di un regalo fatto a se stesso si tratta) sottende perciò una grande responsabilità per chi compie il gesto prezioso di regalare un romanzo, una biografia, un diario e così via. Il libro di Davide Morgera “Come tutti i granelli di sabbia” cambia lo spirito del lettore, lo fa sentire vivo, nostalgico, forte ma lo fa anche arrabbiare, commuovere e soprattutto riflettere.
Il contenuto
Il distacco dalla figura paterna è raccontato con una scrittura crocianamente riflessa che coinvolge da sùbito il lettore dandogli la sensazione di conoscere da sempre il narratore. È in questa sensazione che si insinua la riflessione sulla dinamica del rapporto padre-figlio immutata nelle generazioni per il denominatore comune del silenzio, l’assenza cioè del dialogo costruttivo. E quando chi ci ha preceduto ormai non c’è più il rapporto che, in vita ha avuto pudori, durezze, incomprensioni e cose non dette, lascia dentro un peso indescrivibile. Dalla penna di Davide Morgera si penetra quel sentimento: dai ricordi rimasti “come un groppo in gola” si parte per compiere quel passo in avanti, la rabbia per il “non detto” spinge inevitabilmente a non compiere lo stesso errore coi propri figli, a rompere la barriera di riservatezza e di rigida educazione che appartiene ormai alle vecchie generazioni.
Un libro valido per varie ragioni
La straordinarietà del libro sta nella ricerca del padre condotta dal narratore che sembra prendere il lettore per mano e condurlo con sé per Napoli, presso persone che, avendo conosciuto Alfonso, si mostrano disponibili al racconto, a svelare l’inedito, stupendo Davide e il lettore allo stesso tempo. C’è un’intermittenza continua tra i ricordi del passato e i conti da fare con la realtà presente, e sull’asse di quest’intermittenza sono cuciti spaccati di storia evocati ora con nostalgia ora con la soddisfazione per aver relegato i periodi difficili nella dimensione del passato remoto. Le confessioni di Davide al padre sono molteplici e toccano diversi periodi della sua crescita. La gioia maggiore della sua infanzia è connessa alla metafora usata da Alfonso “Ti voglio bene quanto tutti i granelli di sabbia di tutte le spiagge del mondo”; l’incubo della maturità invece espresso nel capitolo intitolato “Il lavoro del self made man” era di dover dimostrare qualcosa al padre; l’amore mai espresso è tutt’oggi confessato nell’apprezzamento della grande cultura di Alfonso e nel desiderio di raggiungerla leggendo gli stessi libri conservati; la confessione finale comunque resta la rabbia verso la vita d’oggi sempre frenetica: oltre a sentire che nei suoi discorsi col padre sono sempre mancate quelle parole che Alfonso non ha detto mai, Davide ribadisce come i sentimenti chiusi e mai mostrati l’hanno fatto soffrire a lungo; la “riabilitazione” tuttavia è giunta solo quando anche lui è diventato padre e Alfonso è diventato più affettuoso.
Lo stile
La narrazione procede veloce, è piacevolissima, e negli spaccati fotografati da Morgera si avverte il senso di una vita vissuta intensamente che può essere un exemplum per qualsiasi uomo di oggi e di domani che voglia imparare la lezione più importante di tutte: il dialogo può sempre essere utile alla crescita. Ma questo è solo uno dei tanti insegnamenti che il lettore può carpire; di sicuro, una volta comprato, il libro non resterà per molto tempo in libreria. Si sa che, in generale, è il libro a scegliere il lettore, quando dice lui e quando vuole lui; solo che, una volta che ti sceglie, il libro di Morgera ti travolge così tanto che poi lo consigli ai migliori amici ai quali solo dopo un po’ di tempo hai il coraggio di confessare quanto i tuoi miglioramenti di uomo siano il risultato della sua lettura.
Antimo Verde
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