Arrestato il capozona dei “Girati”. Dovrà scontare 5 anni di carcere.

Imprenditori vessati da tassi d’interesse altissimi a tal punto da ritrovare nel suicidio l’unica via d’uscita.

Casavatore – Arrestato il capozona del clan “Girati”. Accusato di usura ai danni di alcuni imprenditori, Ernesto Ferone 49enne residente in via De Santis è stato tratto in arresto dai carabinieri della locale stazione agli ordine del maresciallo Rosario Tardocchi unitamente agli uomini del Nucleo operativo Radiomobile. L’uomo è il destinatario di un ordine di esecuzione di carcerazione emesso il 19 Febbraio scorso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli. Elemento di spicco del clan dei Girati di Vanella Grassi, dal nome della strada di Secondigliano dove fanno valere il proprio dominio; Ferone dall’Aprile del 2008 al Luglio del 2009 aveva imposto un tasso di usura annuo che variava da 98 al 106%, il che significa che mensilmente la percentuale era dell’8-10%. Capillari indagini hanno portato gli uomini della Benemerita a mettere alla luce anche quest’altra attività del clan, che nel corso degli anni non ha fatto altro che strozzare tantissimi imprenditori che purtroppo schiacciati dai debiti hanno scelto la strada sbagliata. Difatti, secondo quanto emerso dalle indagini, due sono gli imprenditori certi, vittime dell’usura del can. Entrambi di Casavatore, uno nel ramo dell’editoria, l’altro nel campo musicale. Purtroppo il primo, l’imprenditore nel campo dell’editoria; un anno fa circa si è suicidato. L’uomo probabilmente non riuscendo più a sostenere la situazione aveva manifestato segni di depressione. Così non ha visto altra via d’uscita se non quella di suicidarsi. Un gesto disperato, che ha acceso ancora di più i riflettori sull’attività illecita del clan. Le indagini sono andate avanti a ritmo serrato, fino a quando l’eccellente lavoro della Benemerita non ha portato all’arresto dapprima del cognato di Ferone, Domenico Caiazzo 39enne del posto; poi quello di Ernesto Ferone che dovrà scontare 5anni in carcere. Per i due cognati si sono spalancate le porte del carcere di Secondigliano.

                                 Giovanna Scarano

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