L’omicidio avvenuto nel 2008 per il controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Caivano – A seguito di articolate indagini i militari dell’Arma hanno notificato in carcere un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Napoli, lo scorso 16 Febbraio su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Luigi Ferraiuolo 54enne di Cardito detto “o’ Niro Niro” rinchiuso nel carcere di Sulmona e Antonio Auletta 41enne di Cardito detto “Tonino o’ riccio”detenuto presso la casa circondariale di Melfi. I due sono considerati dagli inquirenti, due elementi di spicco del gruppo Ferriuolo operante a Caivano e nelle zone limitrofe fino al Febbraio del 2010. L’indagine condotta dal Nucleo Operativo Radiomobile coordinato dal tenete Guglielmo Palazzetti, agli ordini del maggiore Gianluca Migliozzi, tra il 2008 ed il 2010; ha permesso di individuare Ferraiuolo e Auletta come colpevoli dell’omicidio di Luigi Angelino, 53enne capo dell’omonimo clan operante a Caivano, avvenuto il 23 novembre del 2008. Dalle risultanze investigative si evince che la causa del delitto è da ricercare nel controllo del traffico di stupefacenti nell’area caivanese. Già rinchiusi, ai due detenuti è stato notificato anche quest’altro provvedimento cautelare per un fatto avvenuto 5 anni fa. Questa l’attività più redditizia dei clan, lo spaccio di stupefacenti, dove il guadagno e facile ed immediato. Specchietto per le allodole per molti giovani. Negli ultimi mesi le attività di controllo effettuate dalle forze dell’ordine si stanno intensificando sempre più, l’obiettivo primario è quello di scardinare un sistema, una gerarchia che capillarmente si sta diffondendo in ogni angolo della periferia a nord di Napoli. Un circolo vizioso, che quotidianamente rende protagonisti in negativo svariati comuni partenopei. Basta spacciare un po’ di droga, compiere qualche furto ed a fine della giornata il guadagno di un mese di lavoro onesto, lo si ha in tasca. Un mercato molto fiorente, che è destinato a crescere, sempre più utile per mettere in campo attività apparentemente lecite. Riciclaggio di denaro: è la tappa conseguente allo spaccio. Riciclaggio che avviene soprattutto attraverso attività commerciali apparentemente lecite perché spesso gli intestatari risultano avere un candido passato. Altre volte il flusso di denaro proveniente dallo spaccio di droga è investito nella compravendita di immobili, punto cardine dei capitali delle famiglie malavitose. Un ciclo però, che spesso è interrotto dal lavoro messo in campo dalle forze dell’ordine.
Redazione
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