Sant’Antimo – Quello a cui si è assistito è stato un vero e proprio contraddittorio tra i relatori e il pubblico. Ha dato inizio al dibattito il Giuseppe Italia, presidente dell’associazione Agorà, prendendo in prestito le parole di Roberto Benigni,che durante uno show satirico definì la Costituzione Italiana “la più bella del mondo”. Ha poi brevemente sottolineato l’importanza per ogni cittadino italiano di conoscere a memoria almeno i primi 12 articoli della carta costituzionalee subito dopo ha lasciato la parola agli avvocati dell’Associazione Sovranità Popolare. Antonio Casolaro, dell’associazione Sovranità Popolare, ha recitato l’art.1 della Costituzione (“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”) per sostenere che la sovranità del popolo viene solo decantata, perché di fatto, a suo dire, si è avuto un tradimento della Carta Costituzionale. Di questo ne ha poi parlato l’avvocato Alessandro Eros D’Alterio. L’avvocato, dopo aver presentato il libro “La banca, la moneta e l’usura” di Tarquini Bruno come fonte d’ispirazione grazie al quale ha potuto riflettere su aspetti finanziari ed economici che sono stati sempre oscuri al popolo, ha letto alcuni passi e ha chiarito molti concetti. “Conviene che il popolo finalmente sappia – ha esordito D’Alterio – che lo Stato ha da tempo rinunciato alla propria sovranità monetaria in favore di un ente privato, la Banca d’Italia. Ha rinunciato cioè ad emettere moneta propria, con la conseguenza, che per perseguire i propri fini istituzionali, è costretto a chiedere in prestito oneroso le necessarie risorse finanziarie, indebitandosi nei confronti dell’istituto di emissione. Tale indebitamento si traduce in pressione fiscale, cosa inammissibile!” Cita infatti l’esempio del Giappone che ha il triplo del debito pubblico italiano, ma non paga tasse alte come le nostre. O ancora ricorda come l’Italia si è ripresa nel dopoguerra senza che a rimetterci fosse il popolo. Insomma oggi il popolo si ritrova debitore di quella moneta di cui, invece, dovrebbe essere proprietario. Ha continuato poi criticando l’entrata dell’Italia nell’Eurozona, evidenziando i negativi effetti della globalizzazione sull’economia e sulla società. E ha concluso delineando una serie di incompatibilità tra il trattato di Maastricht e la Costituzione Italiana. Pertanto, per D’Alterio, il potere monetario di Bankitalia e il Trattato di Maastricht hanno cessato la sovranità del popolo e ci hanno portato all’attuale crisi. Il problema è per lui politico e si potrà risolvere solo se lo Stato recupererà la propria sovranità monetaria, ma a che prezzo non si sa! Discorso lungo e affascinante che ha trovato grande riscontro nel pubblico. Vari sono stati gli interventi, soprattutto dei ragazzi dell’Associazione Agorà, e tutti – o quasi – contraddittori rispetto al pensiero degli avvocati. Il contraddittorio di per sè non sorprende, perché è la base di un confronto politico, ciò che ha stupito gli stessi relatori è stata la personalità di quelli che in modo simpatico si possono definire “interventisti”, mostrando spiccata intelligenza, competenza interculturale e attiva partecipazione politica. Doti spesso sottovalutate in questo determinato momento storico, ma che appartengono a molti giovani italiani che possono e vogliono auspicare ad un futuro migliore.
Mina Puca