La violenza – sui minori, uomini, donne e omosessuali – viene rappresentata in tutta la sua crudezza, senza retoriche e idealismi. I quattro attori in scena raccontano e vivono esperienze di violenza, diverse ma unificate dallo stesso e inconsolabile tormento interiore.
Una cantina, luogo del subconscio interiore, rappresenta la simbolica grotta che ingabbia i molteplici personaggi tormentati dal desiderio di liberarsi e contemporaneamente accettare il proprio destino. Il percorso che lo spettatore compie insieme ai protagonisti delle violenze è quello dell’inconscio, irrisolto, che imprigiona la coscienza e poi quello conscio della personalità che viene fuori inevitabilmente segnata dai ricordi malati e incubi compressi.
Musiche originali Mariano Bellopede, aiuto regia Fabrizio Scuderi, assistente di scena Gabriele Mangion, disegno luci Tony Di Tore, scene e costumi Madrearte
Abbascio ‘a grotta è in concorso al Roma Fringe Festival 2013
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CS