Arzano – L’edilizia è ferma: le imprese edili, le maestranze e i tecnici locali stentano a lavorare. Il comparto è fermo: falegnami, fabbri, idraulici, elettricisti, imbianchini arrancano. I cittadini aspettano le autorizzazioni amministrative che tardano ad arrivare: molti documenti sono sulla scrivania dei notai in attesa di un cenno dal Comune. Le cause non possono attribuirsi solo alla crisi economica in Italia; la colpa è della politica arzanese. Esiste una mancanza di programmazione, una scarsa ricerca di risorse economiche in Europa, in Italia, in Regione Campania.
Nell’ufficio tecnico comunale i computer sono spenti, con sopra la polvere. Da quasi un anno nessun professionista (ingegnere, architetto o geometra) ci lavora e le pratiche giacciono. Lo stato di abbandono cronico si ripete a cicli: è già successo negli anni precedenti, sempre con l’attuale amministrazione. Si assumono tecnici con contratti semestrali e poi allo scadere si liquidano. L’urbanistica è il cuore pulsante dell’Ente, da li provengono le maggiori entrate che poi dovrebbero essere rimesse in moto per le spese varie: manutenzione scuole, strade, manutenzione impianti ecc.
La città è pianificata da strumenti urbanistici obsoleti contrari alle vigenti norme: attualmente esiste il programma di fabbricazione e il regolamento edilizio che cita ancora le opere soggette a concessione edilizia e quelle soggette ad autorizzazione. Il territorio nel 2013 è regolato da idee e previsioni datate anni sessanta; la città aspetta l’approvazione del piano urbanistico comunale: purtroppo oggi è in fase embrionale. Al secondo piano di piazza Cimmino non si rilasciano titoli edilizi. Gli elaborati arrivano al piano terra dove vengono protocollati, poi salgono con l’ascensore, a volte per le scale, e si fermano sulle scrivanie o su mensole all’interno di mobili pieni di polvere. A qualcuno pare che piaccia sentire l’odore di muffa nell’ufficio tecnico.
Un ufficio che fa tristezza: lavorano alcuni addetti amministrativi per l’ordinaria amministrazione, a volte subiscono rimproveri dai cittadini o dai tecnici, ma loro fanno già tanto. Le istanze di condono edilizio, oltre 1800, (legge n. 47/85; legge n. 724/94; legge n.326/03) sono ancora sugli scaffali, gialle; potrebbero arrivare milioni di euro nelle casse comunali: inspiegabilmente tutto è fermo. La Giunta ha deliberato l’istituzione di una commissione e l’affidamento delle pratiche a 18 tecnici esterni scelti tramite selezione pubblica (delibera n. 95 del 16/11/2012), ad oggi non si muove foglia: si aspetta che passi il bilancio. Le casse comunali non sono piene, ne sono a conoscenza i politici locali, i preposti alla dirigenza e forse solo poche centinaia di cittadini, quelli attenti. Lo Stato centrale taglia, il Comune lo segue e i cittadini ci rimettono.
Francesca Del Prete