Napoli – L’holding dei Di Lauro non era solo dedita all’organizzazione delle squadre giornaliere per lo spaccio di stupefacenti, ma tra i tanti compiti manageriali c’era chi si occupava anche di contabilità. Difatti il momento culminante delle indagini è costituito dal sequestro, presso l’abitazione di Angelo Zimbetti; dei “libri contabili” del clan Di Lauro. Tali documenti svelano, in particolare, l’enorme volume dei proventi illeciti dell’associazione camorristica, essenzialmente derivanti dal traffico di stupefacenti, consentendo agli inquirenti di comprendere i meccanismi della ripartizione degli utili tra i vertici del sodalizio, del pagamento degli stipendi agli affiliati e, più in generale, delle spese sostenute per la vita ed i bisogni dell’associazione.
Dall’esame dei “libri contabili”, infatti, emerge che nel periodo compreso tra il 1° aprile 2007 ed il 3 maggio 2008 l’organizzazione facente capo alla famiglia Di Lauro ha venduto complessivamente 117.914 dosi di cocaina – o suoi derivati – ricavando 4.500.000 euro. E’ interessante rilevare, in merito, che il periodo tra Natale 2007 – Capodanno 2008 si è rivelato il più redditizio per la vendita degli stupefacenti, consentendo al clan Di Lauro, in pochi giorni, di vendere ben 4.080 dosi di cocaina per un incasso pari ad euro 102.000 euro. Il sistema di tenuta contabile escogitato prevedeva una rendicontazione settimanale delle vendite di droga, allo scopo evidente di rendere più agevole il controllo capillare da parte degli uomini di fiducia di Marco Di Lauro. Gli uomini dell’Arma hanno riscontrato che:
– nella sola settimana dal 17 al 23 giugno 2007, il clan Di Lauro ha venduto 579 dosi di hashish realizzando un incasso pari a euro 5.000 euro e 5.235 dosi di marijuana introitando circa euro 45.000 euro
– dall’ 1 marzo 2010 al 30 aprile 2010, il clan Di Lauro ha incassato euro 4.624.555 euro quale corrispettivo della cessione di 5.309 dosi di cocaina, 94.790 dosi di marijuana, 16.963 dosi di hashish; rilevanti, in ogni caso, sono risultati anche i “costi di gestione” sostenuti dall’organizzazione dei Di Lauro in questo stesso periodo, considerato che il clan ha speso 4.076.440 euro suddivisi in acquisti di droga, in pagamenti di onorari agli avvocati, in pagamenti delle “settimane” agli affiliati liberi od alle famiglie di quelli detenuti, in prelevamenti operati direttamente dai componenti della famiglia Di Lauro , ricavando, percio’, nel periodo in esame, utili netti “soltanto” per euro 548.115 euro. Infine nel “solo” mese di maggio 2010, il clan Di Lauro ha ricavato dalla vendita degli stupefacenti un utile netto pari ad euro 870.795 euro
Giovanna Scarano
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