Cala il sipario sulla storica sala cinematografica di Arzano. I politici locali, quelli che quando si impegnano arrivano a realizzare i propri sogni, non assistano rassegnati alla chiusura dell’unico cinema teatro rimasto e per una buona volta si diano una mossa anche per i sogni dei cittadini.
Il tramonto dei monosala e del cinema di nicchia è dovuto non solo alla crisi economica ma anche ad una parte maggioritaria di clientela che preferisce la multisala anziché il cinema tradizionale (‘sotto casa’); alla base la voglia di evadere da una città che non offre niente e la convenienza di maggiori servizi: prodotto, svago, comfort. Il cinema, il teatro, producono e diffondono cultura, hanno la possibilità di mettere in contatto lo spettatore col resto del mondo, con sensibilità e linguaggi nuovi, con le problematiche centrali della sua epoca; hanno la straordinaria capacità di intrattenere e al tempo stesso di agire sulla maturazione culturale di un individuo.
E la cultura non può essere considerata un valore subordinato perché è il motore fondamentale dello sviluppo della comunità stessa, quello che in nessun caso deve essere bloccato. In via Verdi sorgerà un supermercato, una sala scommesse, un outlet, o un centro fitness? Oggi le istituzioni locali si dovrebbero domandare se va bene che in un centro di 36 mila abitanti non esista uno spazio da destinare alla cultura cinematografica e teatrale: l’Amministrazione comunale non resti a guardare e per una buona volta si inventi qualcosa che possa restituire agli arzanesi un luogo di conoscenza attraverso l’arte.
Cesare Bizzarro