Alcune associazione mediche impugnarono la decisione e a luglio 2013 il TAR Campania ha accolto il ricorso annullando la delibera n. 881 del 30 ottobre 2012. Il Psaut è importante sul territorio; viene individuato quale struttura di primo intervento, attiva h24, in cui è prevista l’assistenza medica per casi di minore complessità, l’osservazione medica breve e la piccola chirurgia, ed è in grado di fornire una prima risposta a problemi di urgenza o emergenza per i cittadini che si presentano spontaneamente, prestando il trattamento definitivo per problemi minori.
Le associazioni mediche ricorrenti imputavano al direttore generale di aver stravolto l’organizzazione della rete sanitaria (emergenza) privando alcuni comuni della struttura indispensabile per i casi di urgenza terapeutica.
Da parte sua l’Asl Napoli 2 nord giustificava la decisione come un’applicazione delle misure straordinarie emanate dalla Regione Campania su input del governo centrale (contenimento spese sanitarie) per il rientro dal disavanzo sanitario: per abbattere le spese bisognava chiudere i primi soccorsi (Psaut) attraverso un piano di riorganizzazione, in modo da ottimizzare il lavoro del personale (medico e paramedico) spostandolo nei diversi ospedali che già offrivano servizi di pronto soccorso.
Numerose in città le manifestazioni di protesta nelle settimane precedenti e successive alla delibera dell’ Asl ( ad Arzano la voce girava molti prima che venisse approvato il provvedimento).
Cittadini, associazioni e politici (una parte) si unirono e organizzarono dei sit-in fuori ai cancelli dell’azienda sanitaria locale e davanti al palazzo comunale di piazza Cimmino: le proteste e l’intervento politico (atto di indirizzo in Consiglio comunale) non ottennero seguito tanto che l’atto venne reso esecutivo.
I cittadini di Arzano per un anno sono stati costretti a ricorrere all’assistenza del personale medico e paramedico del presidio ospedaliero San Giovanni di Dio: l’assenza di tale struttura ha comportato una serie di pericoli per la salute dei cittadini in particolare per le fasce più deboli, come i meno abbienti, gli anziani, i bambini e i disabili, che sono stati costretti a recarsi presso l’Ospedale di Frattamaggiore con ulteriori ed evidenti disagi di tempo, spostamenti e soldi, senza dimenticare il rischio dovuto alla lontananza dell’ospedale dal territorio arzanese.
I magistrati hanno ordinato che la sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa: sarà riaperto il Psaut di Arzano?
Cesare Bizzarro