Hanno partecipato poco più di 200 persone alla manifestazione denominata “Liberiamoci dai rifiuti”. Da mesi buste di ogni colore sono depositate sui marciapiedi della città, una situazione inaccettabile ma nonostante le precarie condizione igieniche molti cittadini sabato mattina hanno preferito restarsene a casa.
Le poche persone presenti al corteo hanno urlato frasi e slogan contro il sindaco ritenuto colpevole dell’unica emergenza rifiuti in tutta la Regione Campania; numerosi coloro che hanno osservato (dai balconi, all’esterno dei negozi, sul ciglio della strada) senza aggiungersi al “movimento”. A parole i cittadini sono sempre pronti alle armi ma al momento della chiamata le truppe restano ferme o si nascondono. La trappola non scatta, il topo mangia, il gatto si innervosisce.
Nei giorni scorsi è sembrato, dai social network, che alla manifestazione avrebbero partecipato migliaia di arzanesi, come verificato la teoria è differente dalla pratica. Una delusione per coloro i quali hanno organizzato il “movimento”: sacrificio, passione e spirito di iniziativa non sono bastati per dare un segnale ad un’ amministrazione che non avverte lo stato di emergenza tanto da mettere in pericolo la salute dei propri cittadini.
Purtroppo sono ancora “accatastati” sui marciapiedi tonnellate di materiale maleodorante tra lo sgomento e lo sdegno di chi percorre il nostro territorio proveniente da Napoli o dai comuni limitrofi. Una situazione inverosimile per chi passeggia su cumuli di rifiuti ormai non più selezionati: sono stati inutili gli sforzi per la raccolta differenziata?
Resta da interrogarsi sul “perché” si sia arrivato a questo scempio, in mezzo la responsabilità di un’ amministrazione che scarica colpe su persone e ditte a lei “rispondenti”. Una sconfitta morale per noi cittadini, 36 mila uomini e donne mortificati… poco indignati. Al temine della manifestazione alcune persone hanno lanciato simbolicamente delle buste di spazzatura contro il portone del Municipio; rovesciati anche due cassonetti vuoti. La città al collasso, i cittadini a casa, il topo gongola, i gatti si leccano le ferite…
Cesare Bizzarro