#fiumeinpiena; anche la DC con il presidente Alviti in piazza per protestare

Napoli – Domani, Sabato 16 novembre migliaia di donne e di uomini scenderanno in piazza, saranno un fiume in piena impossibile da fermare, saranno l’espressione di comunità resistenza…”. La protesta questa volta non si esprieme attraverso un unico corteo nazionale e su un solo tema: ecco l’appello con il quale il Comitato #fiumeinpiena Napoli, il Movimento NoTav, il Municipio dei Beni Comuni di Pisa e la Coalizione dei centri sociali delle Marche, Emilia Romagna, Nord Est annunciano insieme una giornata davvero particolare. All’appello si aggiunge il leader del dipartimento legalità e sicurezza della democrazia Cristiana dr.Giuseppe Alviti, il quale conferma la sua presenza a Napoli proprio per dare un esempio tangibile della vicinanza ai problemi nella speranza audace di risolverli al più presto. “Basta con i proclami adesso ci vuole una Rivoluzione delle coscienze e dell’operato – dichiara Alviti – il 16 novembre quattro luoghi simbolo della lotta per la difesa dei beni comuni e per i diritti di cittadinanza scendono in piazza: Val di Susa, Pisa, Napoli e Gradisca d’Isonzo. La lotta NoTav in Val di Susa ; Pisa, la tutela dei beni comuni; Gradisca d’Isonzo, per la chiusura del CIE simbolo di politiche securitarie e disumane, incapaci di accoglienza ma solo di repressione e  Napoli, per denunciare ancora una volta l’avvelenamento del territorio, la distruzione di un’economia locale, il rischio sanitario a cui sono esposte milioni di persone, a causa di un’economia che si serve della mafia per diminuire i costi ed aumentare i profitti. Quattro esempi del cortocircuito del potere –aggiunge – Quelle che scenderanno nelle piazze il 16 novembre sono comunità resistenti che si ribellano. Ci ribelleremo per bloccare la privatizzazione dei beni comuni e la riduzione dei diritti. La mobilitazione di  Napoli evidenzia qualcosa che va oltre le criticità locali. Nella maglia che unisce queste lotte intravediamo i punti cardinali attraverso cui riprendere parola e riappropriarci dei diritti negati” concludeIl 16 novembre migliaia di donne e di uomini scenderanno in piazza, saranno un fiume in piena impossibile da fermare., per fermare l’economia del debito e delle grandi opere, per ripristinare la cittadinanza negata.

CS

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