Giovedì 28 novembre, infatti, si darà il via alle adozioni, a chiunque e senza alcuna valutazione preliminare del richiedente, delle sue capacità gestionali, delle caratteristiche caratteriali e cliniche dell’animale, nonché della compatibilità tra animale e adottante, cui basterà recarsi presso la struttura munito di un documento di identità per portare via un cane che potrebbe essere malato, pericoloso o non adatto al contesto familiare.
“Questo sistema è paradossale ed estremamente pericoloso.” – afferma con preoccupazione la LAV, dalla cui denuncia è scaturito il sequestro della struttura e degli animali, che ha scritto al Sindaco di Roma Capitale e al delegato Assessore all’Ambiente, chiedendo con fermezza di non mettere in pratica la “campagna di adozione” così come formulata dal personale amministrativo che evidentemente mostra, come minimo, vistose lacune e inesperienza sul tema delle adozioni.
“La situazione si è sviluppata in modo tale anche perché il Sindaco, non avendo ancora avviato riqualificazione e rilancio dell’Ufficio Tutela e Benessere Animale e l’istituzione di un Garante per i diritti animali, previsti dal suo programma elettorale, permette il perpetuarsi di responsabilità della precedente Amministrazione,” continua l’associazione, che aggiunge “Le adozioni sono estremamente delicate soprattutto quando si tratta di animali vittime di maltrattamenti o non correttamente gestiti, e devono essere fatte da operatori specializzati e secondo procedure ben codificate che diano garanzie agli animali e alle famiglie”.
“Le associazioni fiduciarie di Roma Capitale hanno già offerto la propria disponibilità a collaborare per le procedure di affidamento di cui hanno grande esperienza e non capiamo davvero il motivo per cui i funzionari dell’Amministrazione non ne abbiano tenuto conto”, conclude la LAV.
CS LAV