Arzano (Na) – L’architetto Giovanni Bartolo è stato sollevato dall’incarico di direttore tecnico dell’Artianum: il primo ad uscire dopo la messa in liquidazione della società (delibera di Consiglio comunale del 7 gennaio 2014) che gestisce il verde pubblico e il servizio idrico in città. Con questa decisione, presa nei giorni scorsi dal liquidatore (segretario generale del comune di Arzano), si sacrifica un professionista altamente qualificato (iscritto anche al Sistri, sistema di controllo per la tracciabilità dei rifiuti).
Competenze. All’architetto Bartolo spettavano le scelte di carattere tecnico-organizzativo: figura importante nell’organigramma societario fin dall’aprile del 2010, in grado di risolvere in maniera decisa e immediata le criticità durante la fase dei lavori; un tecnico affidabile e presente sul territorio sia nel coordinare le maestranze che nel decidere eventuali variazioni sopraggiunte.Al suo posto temporaneamente l’arch. Napolitano dirigente dell’area pianificazione e gestione territoriale già super impegnato nella gestione del settore urbanistica e lavori pubblici del comune di Arzano.
Piano di rilancio. Prima del Consiglio comunale del 7 gennaio, l’Artianum, costituita nel 2008 con un capitale sociale di appena 25.000 mila euro, per evitare lo scioglimento, ha protocollato al Comune un piano di rilancio aziendale articolato in circa 13 interventi; tra i punti principali, per risanare il bilancio, c’era una riduzione del costo del personale, l’intensificazione dell’utilizzo di soluzioni tecniche che hanno già permesso di abbattere le perdite d’acqua, l’aumento dei controlli antievasione. L’amministrazione Fuschino, purtroppo, non ha dato fiducia al piano di risanamento e ha deciso di andare avanti per la sua strada.
know-how. L’Artianum è riuscita negli anni non solo a mantenere basse le tariffe dell’acqua ma ad organizzare la gestione della riscossione in modo tale da far diminuire l’evasione: ha costruito con interventi tempestivi sul territorio una prima mappatura delle condotte idriche, di cui Arzano era completamente sprovvista, ridotto gli sprechi per perdite delle tubature, nonché trasferito un adeguato know-how tecnologico al proprio personale.
Aumento delle bollette. Poco saggia sarebbe la scelta di affidare l’acqua, un bene pubblico, ad una nuova società, soluzione che come verificatosi negli altri comuni non ha fatto altro che far lievitare enormemente non solo la tariffa dell’acqua, che nel caso specifico potrebbe passare dagli attuali 52 centesi circa a più di un euro al metro cubo, ma anche il costo di tutti i servizi collegati alla gestione del servizio idrico.
Esposto-denuncia alla Procura. A confermare le cattive scelte dell’amministrazione anche due consiglieri di opposizione, Salvatore Borreale del Pd e Giuseppe Vincenzo De Blasio del Psi, i quali hanno presentato un esposto denuncia alla Procura Regionale della Corte dei Conti, al Prefetto di Napoli tramite la Procura della Repubblica e ai carabinieri di Arzano. L’approvazione della messa in liquidazione e dello scioglimento della società è avvenuta in seconda convocazione del Consiglio comunale, con soli 13 voti favorevoli. Il tutto poteva essere evitato, spiegano i consiglieri dalle pagine del giornale “Il Mattino di Napoli” : “Utilizzando al meglio gli strumenti di reazione preventiva previsti dal regolamento, a partire dall’azione di responsabilità contro gli amministratori, dall’azione del singolo socio, dalla revoca degli amministratori e sindaci”.
Lavoro e servizi. Per l’amministrazione Fuschino le grane sono tante a cominciare dalla salvaguardia dei dipendenti, infatti potrebbero ritrovarsi senza un salario e disoccupati in cerca di impiego. L’Artianum oltre a sostenere i lavoratori è stata un vanto per la città: prontezza negli interventi, competenza nei lavori, risparmio dei costi dell’acqua, disponibilità di informazione al front office.
In città preoccupa la notizia dello scioglimento; i cittadini sperano nella tenuta della qualità dei servizi visto che la società, ora in mano al liquidatore, ha un regime di gestione provvisorio ed ordinario.
Cesare Bizzarro