Auto, ville lussuose e ristoranti. Confiscati 150 milioni di beni all’imprenditore Salvatore Esposito, vicino al clan Moccia

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carabinieriCasoria (NA) – Questa mattina, a Sulmona, l’Aquila, Napoli e provincia, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di sequestro e confisca emessa dal Tribunale di Napoli  Sezione Misure di Prevenzione  su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, di conti correnti, di beni mobili ed immobili nelle disponibilità dell’imprenditore Salvatore Esposito, ritenuto vicino al clan Moccia. Per questa sua illecita appartenenza, lo scorso 13 giugno Esposito è stato inoltre il destinatario di un’ordinanza  custodia cautelare in carcere, nonchè contestualmente è stato applicato anche il decreto di sequestro preventivo di beni di ingiustificata provenienza, nonche’ di illecita concorrenza, estorsione e trasferimento fraudolento di beni finalizzato ad eludere le norme in materia di misure di prevenzione patrimoniale, poiche’ gravemente indiziato di appartenere al potente sodalizio criminale denominato dei Moccia di Afragola. Salvatore Esposito, sfruttando la sua vicinanza al sodalizio criminale dei Moccia, dalle indagini è risultato che aveva stabilito  un regime di rigido monopolio nel settore delle onoranze funebri nel territorio di Casoria, impedendo ad altre aziende del settore il libero esercizio dell’attività d’impresa ed ai cittadini casoriani la libertà di scelta dell’impresa funebre per i servizi funerari dei congiunti.  Il diffuso malessere dei cittadini di Casoria, durante il corso delle indagini, è stato anche registrato in modo molto efficace, anche da un servizio giornalistico della nota trasmissione televisiva “LE IENE”, risalente al Settembre 2011, nel corso della quale al giornalista Giulio Golia e ad un operatore della sua troupe venne sottratta dagli odierni indagati, con ripetute violenze e minacce, la telecamera che stavano utilizzando per ultimare le riprese.  L’indagine ha dunque permesso di documentare  la riconducibilita  di tutte le imprese funebri che operavano nel territorio di Casoria, a Salvatore Esposito;  e l’instaurazione di tale regime di monopolio mediante il ricorso alla violenza ed alla sopraffazione di ogni concorrente.  Ancora, le indagini hanno ricostruito un sistema di sistema  di inibizione di ogni forma di concorrenza imprenditoriale nel settore, anche mediante violenze e minacce realizzate nei confronti degli operatori funebri che tentavano di esercitare la propria attività in Casoria, offrendo i medesimi servizi a costi sensibilmente minori.   Grazie all’apporto delle indagini patrimoniali svolte dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna con il supporto dell’ U.I.F. Banca d’ltalia, è stato possibile altresi ricostruire come il vero proprio regime monopolistico avesse garantito all’imprenditore  ingenti profitti, con investimenti anche nel settore; e che le tre imprese di onoranze funebri presenti a Casoria erano di fatto riconducibili ad Esposito, sebbene fossero intestate ad altri.  Complessivamente il patrimonio illecitamente accumulato da Salvatore Esposito e dal suo nucleo familiare individuato nel corso del  provvedimento di sequestro e confisca , è costituito da 3 imprese di onoranze funebri , 1 società immobiliare, 1 ristorante, 61 unità immobiliari – tra cui lussuose ville ed appartamenti -, 15 magazzini e beni strumentali tra cui 100 veicoli , per un valore complessivo di oltre 150.000.000,00. 

Giovanna Scarano

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