Riduzione del salario per uno stipendio da fame. Occupate le scuole grumesi

Grumo Nevano (NA) – “Difenderemo la nostra dignità” questo è lo slogan degli oltre 28 lavoratori che da stamattina hanno occupato le sedi centrali della scuole grumesi, site in via Barracca e via Cimmino. Tutti dipendenti assorbiti dalla società Coopservice, identificati come lavoratori ex Lsu e Appalti Storici; hanno deciso di bloccare le lezioni perchè dal primo Marzo prossimo rischiano di rimanere senza lavoro. Gli ennesimi tagli affettuati dal Miur e dal Governo alle risorse destinate ai servizi di pulizie, contenuti nel decreto del fare; penalizzano i lavoratori che vedranno decurtarsi lo stipendio del 50 % da quello attuale che ammonta a 700-800 euro mensili.  Quindi si passerebbe da un contratto di lavoro avente 36 ore settimanali lavorative con uno stipendio massimo di 800 euro al mese, ad un altro contratto dove le ore si riducerebbero a 20 ore settimanali con un salario di circa 400 euro mensili. “Già percepiamo uno stipendio misero – gridano i lavoratori – e non è possibile che ce lo riducono ulteriormente a 400 euro mensili. Siamo tutte persone adulte e con famiglie da sostenere, non riusciamo ad andare avanti con 800 euro al mese, figuriamoci con 400. Come cresceremo i nostri figli? Ci stanno portando al suicidio”. La stessa protesta che stamane ha interessato le sedi centrali delle scuole grumesi, si è verificata anche a Napoli e nelle province. In due plessi l’attività scolastica è stata sospesa, e probabilmente, se lo sciopero andrà avanti ad oltranza, anche le attività  didattiche nelle sedi succursali sono a rischio. “Possono aumentarci il numero delle ore lavorative con un’integrazione delle mansioni – aggiungono i lavoratori – ma non devono diminuire il nostro salario che è già al di sotto della soglia di povertà”. Un’occupazione pacifica, che potrebbe protrarsi anche nella notte, e che sicuramente terminerà quando si riuscirà a restituire un minimo di dignità a chi chiede di arrivare almeno alla seconda settimana del mese. 

Giovanna Scarano

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