Grumo Nevano, custodia cani randagi. Sindaco e assessore ignari di una nota dell’Asl

Grumo Nevano (NA) – Ancora un taglio ai servizi nella cittadina a nord di Napoli. Questa volta la sforbiciata è toccata al servizio di ricovero, custodia e mantenimento dei cani randagi. A Gennaio è stato pubblicato il nuovo bando per l’affidamento del servizio. Attualmente il servizio è gestito dall’Associazione Protezione Animali SPES che cura circa un centinaio di cani randagi accalappiati nel territorio del comune. Il precedente bando prevedeva un costo di circa 2.93 euro al giorno per  il fabbisogno giornaliero di ogni cane che comprende vitto, alloggio e cure mediche. Il nuovo bando invece prevede una riduzione di circa il 20% sul costo del servizio. Come base d’asta è stato posto un prezzo giornaliero di circa 2,40 euro per ogni cane. Un ribasso giustificato dal primo cittadino Vincenzo Brasiello,  solo per contenere le spese di un’amministrazione su cui, pare incomba il pericolo del dissesto finanziario dovuto da anni di mala gestione.  Un’intento certamente lodevole  ma che per le associazioni animaliste presenti sul territorio, non tiene forse conto di quale possa essere il giusto prezzo per un servizio del genere. Brasiello invece è di tutt’altra opinione perché a suo dire chi ha redatto il bando ha fatto un’indagine di mercato, prendendo come esempio i comuni limitrofi; per cui il prezzo della base d’asta sembra congruo. Eppure per sapere quale fosse “il congruo prezzo” per un servizio del genere non c’era bisogno di sprecare alcuna energia, facendo inutilmente   un’ indagine di mercato. Già nel 2004 il servizio veterinario dell’ASL attraverso una nota ( che pubblichiamo a margine)  firmata dall’allora direttore sanitario dott. Auletta ammetteva che  per un servizio del genere non si poteva scendere al di sotto dei 3 euro circa giornalieri per ogni cane. Un documento di cui il primo cittadino ignorava l’esistenza, ma che doveva essere certamente a disposizione di chi ha redatto il bando perché da sempre si occupa di questo servizio. Anche l’assessore al ramo Walter Ciliento non era a conoscenza dell’esistenza della nota dell’ASL. Presi alla sprovvista e anche un po infastiditi dal fatto di essere stati tenuti all’oscuro di un documento ufficiale dell’ASL,  sindaco e assessore qualche settimana fa  si sono presi l’impegno di verificare e di richiedere nuovamente all’ASL  quale fosse il “congruo prezzo” per il servizio di custodia e mantenimento dei randagi. Purtroppo l’assessore Ciliento a cui era demandata poi l’effettiva verifica, più volte contattato ha preferito glissare facendo squillare a vuoto il telefono e probabilmente ha ritenuto inopportuno rispondere anche ad un sms circa la questione.  A pochi giorni dall’apertura delle buste non si sa quindi se è stata fatta una nuova richiesta all’ASL e se questa abbia risposto. Intanto la SPES ha impugnato il bando sia per il prezzo a base d’asta troppo basso, sia per alcune incongruenze rilevate nel capitolato. Un’esempio di incongruenza è il numero errato di cani attualmente presenti al ricovero che non sarebbe di 85 come scritto nel capitolato, di cui si riportano anche i microchip; ma ben oltre. Purtroppo quando si parla di cani, in questo caso di randagi,  spesso si dimentica che  si discute della vita di un’essere vivente e non di un giocattolo di peluche all’ultima moda da regalare ad un bambino. Sono esseri viventi da rispettare, sulla cui sorte nessuno, politica compresa; potrà e dovrà mai lucrare solo perchè non portano voti.  

Giovanna Scarano

La richiesta del parere all’ASL con la relativa risposta

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