Melito (NA) – A seguito di un’attività info investigativa, gli agenti della squadra di polizia giudiziaria del commissariato della Polizia di Stato di Scampia hanno individuato un’abitazione sita nel comune di Melito di Napoli, in via Enrico De Nicola, dove soggetti collegati con il clan Marino avevano impiantato un vero e proprio laboratorio per la lavorazione ed il confezionamento della droga del tipo eroina e cocaina da spacciare all’interno del rione Scampia/Secondigliano, in particolare nella zona denominata case celesti in via Limitone di Arzano, da sempre piazza di spaccio del gruppo criminale dei Marino. Così sabato pomeriggio, certi che fosse in atto l’attività di lavorazione della droga; gli agenti si sono presentati davanti l’abitazione di Melito ed hanno tentato più volte di farsi aprire, ma non essendo stati accolti “a braccia aperte”, gli agenti hanno deciso di entrare nell’abitazione dal terrazzo e in un bagno hanno sorpreso i pregiudicati Ciro Leone e Mario Attrice, da sempre uomini di fiducia di Gennaro Marino detto Mkey mentre, affannosamente cercavano di liberarsi, gettandoli nel water, numerosi cilindretti pieni di sostanza stupefacente, tanto che sono stati recuperati successivamente all’interno della fognatura posta in corrispondenza del bagno. Alla vista degli investigatori i due non hanno potuto che alzare le mani in segno di resa. Nel bagno gli agenti hanno scoperto che i due avevano attrezzato un tavolo su cui vi erano sia le buste già confezionate contenenti singole dosi di sostanza stupefacente, sia tutto il materiale usato per il taglio, la lavorazione ed il confezionamento della medesima sostanza. In particolare, è stato rinvenuto e sequestrato: 23 bustine ognuna contenente numerosi cilindretti per un totale di circa 460 dosi di colore rosso singolarmente chiusi con tappo a pressione dello stesso colore e tutti pieni di sostanza polverosa di colore bianco risultata essere da successive analisi di laboratorio cocaina del peso di 418,05 grammi, 75 cilindretti anch’essi rossi risultata essere da analisi di laboratorio pieni di cocaina del peso di 67,87 grammi, una busta in cellophane contenente sostanza polverosa di colore bianco risultata essere da analisi di laboratorio cocaina del peso di 22,50 grammi, una bustina in plastica con chiusura a pressione e spillata all’estremità, contenente sostanza polverosa di colore bianco risultata essere da analisi di laboratorio cocaina del peso di 2,07 grammi; un bilancino marca Laica da 1 grammo a 3 Kg; un bilancino marca Diamond da 0,1 a 500 grammi; un colino di colore verde di media dimensioni; un colapasta di colore verde; numerosissimi cilindretti vuoti di colore rosso e bianco completi di tappo per la chiusura a pressione; un robot da cucina marca Vorwerk modello Bimby con boccali in acciaio; un colino di medie dimensioni con manico di colore bianco; due spatole con manico di colore nero; numerosi guanti in lattice; un rotolo di buste in cellophane per alimenti; 7 basi in alluminio nelle quali vengono contenuti cilindretti ancora da riempire; una presa di corrente (maschio) per chiusura circuito elettrico usata per l’apertura del sistema in cui erano contenute le basi in alluminio di piccole dimensioni contenenti cilindretti, un telecomando di colore blu come quelli che si utilizzano per l’apertura cancelli elettrici a doppio impulso usato per l’apertura del sistema in cui erano contenuti cilindretti, un cubo sulla cui base inferiore era incollato un marmo per poterlo inserire e celarlo in uno spazio vuoto ricavato dalle scale interne all’appartamento; ed infine due basi in alluminio di piccoli dimensioni contenenti imballati e cilindretti di colore bianchi ancora vuoti. E’ stato oltresì rinvenuto un congegno elettronico in cui avrebbero trovato posto le dosi di droga dopo il confezionamento. Infatti in un camera da letto è stata rinvenuta una presa e un telecomando, che azionati contestualmente consentivano l’apertura di un vano ricavato nel vuoto di uno dei tre gradini interni all’appartamento, all’interno del quale è stato trovato un contenitore lungo circa un metro al cui interno, al momento della perquisizione, vi erano due basi in alluminio di piccole dimensioni imballate e contenenti cilindretti di colore bianchi ancora vuoti. Poichè tutti gli abitanti dell’abitazione era a conoscenza dell’attività che si svolgeva, oltre a Ciro Leone e Mario Attrice, gli agenti hanno tratto in arresto anche in concorso tra loro, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti: Mario Attrice classe 1983; Ciro Leone classe 1973; Mario Onofrio classe 1990; Luca Sanges classe ‘90; Sergio Sanges classe 1960; Rosa Calone classe 1965 e Maria Sanges classe 1989.
Giovanna Scarano
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