Napoli – Questa mattina, a Napoli, nella Basilica di Santa Chiara, l’Arma dei Carabinieri ha celebrato la sua Celeste Patrona, “Maria Virgo Fidelis”, il “74° Anniversario della Battaglia di Culqualber” e la “Giornata dell’Orfano”.
Alla Santa Messa, officiata da S.E.R. il Cardinale Crescenzio SEPE, Arcivescovo Metropolita di Napoli, è intervenuto il Gen. di Corpo d’Armata Franco MOTTOLA, Comandante Interregionale Carabinieri “Ogaden”, il quale, al termine della funzione religiosa, ha ricordato l’eroico fatto d’armi avvenuto il 21 novembre 1941 nella “Sella di Culqualber”, in Africa orientale, dove un intero Battaglione dei Carabinieri si sacrificò per impedire l’avanzata nemica verso l’ultima nostra roccaforte in terra d’Africa: la città di Gondar.
Nell’estate del 1941, le truppe italiane, incalzate da quelle inglesi, stavano ripiegando su Gondar, antica capitale imperiale. Era di vitale importanza rallentare l’avanzata anglosassone per consentire alle nostre forze di apprestarsi a difesa. Il Comando Italiano in Africa Orientale, allo scopo, decise di costituire un caposaldo sulle alture di Culqualber, che dominava l’unica via di transito verso Gondar, affidandone il presidio al 1° Battaglione Carabinieri Mobilitato, considerato tra le forze migliori a disposizione, perché si era già distinto in precedenti fatti d’armi e dava assoluto affidamento.
Il 6 agosto del 1941 trecentosessanta Carabinieri, al comando del Maggiore Alfredo Serranti, si attestarono sul caposaldo.
Nei primi giorni di settembre, dopo alcuni bombardamenti aerei, lo schieramento inglese, numericamente superiore, con una manovra accerchiante isolò i Carabinieri dalle linee di rifornimento. Di lì iniziò un lungo ed estenuante assedio.
La fame e, soprattutto, la sete, caratterizzarono la vita dei Carabinieri sullo strategico caposaldo, fiaccandone il corpo, ma, certamente, non lo spirito.
I Carabinieri di Culqualber rimasero saldi al loro posto, nelle fosse difensive che avevano scavato con fatica, respingendo i continui attacchi di un nemico, che, ogni giorno, aumentava nel numero sino ad una consistenza di oltre ventimila unità equipaggiate di artiglieria pesante e mezzi corazzati e sostenuta dalla copertura aerea. La pressione si fece ogni giorno più forte sino a quando, alle tre di notte del 21 novembre 1941, gli inglesi sferrarono l’assalto finale.
I combattimenti furono da subito intensissimi, in un continuo susseguirsi di attacchi e contrattacchi. I Carabinieri, esaurite le munizioni ed utilizzando le sole bombe a mano e le baionette, mantennero le posizioni saldandosi eroicamente a difesa di ogni palmo di terreno loro affidato.
Al volgere della sera, dopo cruenti scontri corpo a corpo e all’arma bianca, i Carabinieri, decisi al sacrificio supremo, furono definitivamente sopraffatti dalle preponderanti forze nemiche. Morirono quasi tutti.
Avevano tuttavia compiuto la loro missione ed erano riusciti a rallentare l’avanzata degli inglesi per oltre 3 mesi.
Sono caduti sul campo dell’onore per rispettare le consegne, fedeli al giuramento prestato e degni delle tradizioni dell’Arma.
Per quell’eroica resistenza la Bandiera dell’Arma fu insignita della sua seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare e, terminata la Guerra, Sua Santità Pio XII, profondamente colpito dal valore e dalla fedeltà dimostrata da “quel Battaglione di Carabinieri che fece il supremo sacrificio della vita nella località di Culqualber”, citiamo testualmente, l’11 novembre del 1949 decise di proclamare con un Breve Apostolico “la Beatissima Vergine Maria, invocata con inno alla Virgo Fidelis, massima Patrona Celeste presso Dio dell’intera famiglia militare italiana chiamata Arma dei Carabinieri”, fissando la data per le celebrazioni proprio al 21 novembre.
La cerimonia si è conclusa con la celebrazione della “Giornata dell’Orfano”. Alla presenza delle numerose Autorità civili e militari intervenute e di una folta rappresentanza dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri in congedo, S.E.R. il Card inale Crescenzio SEPE ed il Generale Franco MOTTOLA hanno premiato tre orfani di Carabinieri residenti in Provincia di Napoli, assistiti dall’ Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri, particolarmente distintisi negli studi.
L’O.N.A.O.M.A.C. è un ente morale che, dal 1948, grazie al contributo volontario di tutti i Carabinieri, sostiene negli studi e nella crescita gli orfani dei militari dell’Arma mediante l’elargizione di adeguati sussidi nel corso dell’intero ciclo di istruzione, fino al conseguimento della laurea.
Redazione
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