Mondragone (CE) – Praticava aborti clandestini alle giovani meretrici. Fermato nigeriano. A seguito di lunghe ed articolate indagini investigative i carabinieri della compagnia di Mondragone hanno potuto accertare che Friday Ewunoragbon 41enne nigeriano, orbitava nel mondo dello sfruttamento della prostituzione rendendosi oltresì responsabile di interruzioni di gravidanze. L’attività di indagine, è partita lo scorso settembre, con frequenti attività di osservazione e pedinamento del soggetto che, sin da subito, si è mostrato assolutamente insospettabile in quanto è stato notato più volte mentre chiedeva l’elemosina ed aiutava a portare le borse della spesa, in un noto centro commerciale di Napoli. L’insospettabile “accattone” in realtà era soprannominato “Doctor”, per le sue conoscenze mediche e svolgeva aborti, dietro la richiesta delle Madame che sfruttavano giovani ragazze connazionali nell’attività di meretricio sul litorale domitio. L’attività svolta dal nigeriano era ricolta a tutte quelle ragazze che nel prostituirsi rimanevano incinte, e non potevano ormai più essere impiegate in strada. L’attività di indagine, posta in essere con l’utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha permesso agli inquirenti di far luce sul macabro operato dell’indagato che, nel breve monitoraggio, si è reso responsabile di circa sei aborti. L’imponente numero di clienti che contattavano il dottore, ha fatto comprendere alla polizia giudiziaria, quanto fosse fruttuoso il giro di affari del sospettato. Per un singolo aborto procurato con la somministrazione di farmaci, percepiva un compenso di 300 euro mentre, per un aborto procurato, oltre i tre mesi di gravidanza e necessario di operazione, chiedeva un corrispettivo in denaro di circa 2500 euro. I militari dell’Arma hanno messo fine allo scempio facendo irruzione nella casa dove praticava gli aborti. Una volta entrati all’interno dello stabile, hanno dovuto abbattere una porta chiusa dall’esterno, che conduceva ad una stanzetta di pochi metri quadrati dove sono state trovate due ragazze nigeriane ventenni. Nel corso di una accurata perquisizione sonos ate rinvenuti farmaci di uso comune, i cui effetti collaterali provocano aborti, cannule ginecologiche, fazzoletti sporchi di sangue e strumenti utilizzate per la pratica abortiva. Le due ragazze sono state trasportate alla clinica Pineta Grande di Castelvolturno, dove i sanitari hanno constatato che una di loro aveva appena abortito, mentre l’altra è alla dodicesima settimana di gravidanza. Grazie all’aiuto dell’interprete, le ragazze hanno fornito particolari agghiaccianti. Una ha raccontato di aver subìto, contro la sua volontà, delle manovre assolutamente invasive da parte dell’indagato che le hanno provocato un aborto con ingente perdita di sangue. L’altra, pur avendo subito le sevizie, non ha ancora perduto il bambino. llracconto delle ragazze ha anche fatto luce sul macabro contesto di sfruttamento della prostituzione in cui erano finite. Entrambe, originarie della Nigeria, ed arrivate in Italia dalla Libia, vittime di tratta di esseri umani, sono state indotte a prostituirsi sul litorale domitio e solo dopo aver avuto quello che agli occhi dei loro aguzzini era considerato un incidente di percorso, esse sono state costrette ad abortire contro la loro volontà. L’uomo tradotto in carcere, è in attesa della convalida dell’arresto.
Giovanna Scarano
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