Napoli – Dopo 5 mesi di accurate indagini, stamane gli agenti della squadra mobile di napoli hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere ed ai domiciliari emessa dal GIP del tribunale di Napoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 8 persone. I destinatari del provvedimento cautelare in carcere sono Maurizio Pomo 43enne già noto alle forze dell’ordine, D.B. 22enne incensurato; mentre destinatari del provvedimento cautelare ai domiciliari sono Davide Savarese 21enne già noto, Roberto Gervasio 22enne già noto, Rimundo Giovanni Tubelli 23enne già noto, C. M. 42enne incensurata. Tra le persone sottoposte agli arresti domiciliari c’è anche Monica Amato 29enne già nota alle forze dell’ordine, figlia di Rosaria Pagano, esponente di spicco dell’omonimo clan camorristico egemone nella zona di Napoli nord ed arrestata lo scorso mese di gennaio dagli uomini della squadra mobile, nonchè nipote di Pietro Amato fratello di Cesare capoclan dei cosiddetti “sciossionisti” di Scampia. Tutti sono accusati di rapina, lesioni gravi e minacce nei confronti di un uomo appartenente alla Polizia di Stato, il quale lo scorso 26 giugno, assieme alla moglie ed ai figli piccoli;è stato vittima di un pestaggio. A seguito di un diverbio nato per motivi di viabilità, a Mergellina, all’altezza degli chalet del lungomare partenopeo, l’auto della vittima fu affiancata e circondata da vari scooter. Un’altro scooter invece bloccò la strada all’agente di polizia, e il passeggero dopo aver affiancato l’auto aprì la portiera del lato guidatore, e lo minacciò con una pistola. A questo punto la vittima scese dell’auto e si qualificò come appartenente alle forze di polizia, sperando di riuscire ad allontanare il gruppo di malintenzionati. L’aggressore, continuò a minacciare ed inveire contro la vittima,circondata nel frattempo dal resto del gruppo. Il poliziotto ingaggiò una violenta colluttazione con l’uomo che lo minacciava ma anche con gli altri del gruppo, sopraggiunti per dargli manforte. Presa di mira anche la moglie del poliziotto, che ovviamente cercava con tutte le sue forze di aiutare il marito, ma nulla sembrava poter frenare la furia del gruppo, che si scagliarono con colpi di casco contro l’auto della vittima all’interno della quale vi erano i due figli minori. Scena da brivido, di cattiveria inaudita, sotto gli occhi di tantissime persone tutti spettatori inermi. Solo quando la vittima si accasciò a terra, ed uno dl gruppo strappò dal suo braccio l’orologio; terminò l’aggressione ed andarono via. Ma grazie all’impeccabile lavoro investigativo degli uomini della Squadra Mobile di Napoli coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, è stato possibile dare un volto ed un nome ai responsabili della brutale aggressione.
Giovanna Scarano
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