Grumo Nevano (NA) – Un amaro risveglio quello di stamattina per genitori, alunni, insegnanti e collaboratori del plesso Vespucci, dopo la chiusura inaspettata della scuola. Un provvedimento, improvviso ma necessario attuato ieri pomeriggio dal vicesindaco Carmine D’Aponte dopo aver letto la relazione tecnica dello stato dei luoghi trasmessa dall’architetto Elpidio Maisto. “Come vicesindaco, ma come padre mi sono sentito di adottare questo provvedimento – ha dichiarato D’Aponte – poichè è stata la prima cosa che si potesse fare. La scuola, in quelle condizioni non può restare aperta”. Ciò che lascia tutti sbigottiti, e soprattutto i genitori dei piccoli alunni che frequentavano fino a ieri il plesso Vespucci, è come sia stato possibile permettere che la scuola riaprisse a settembre se già a Marzo, l’architetto Agostino Lupoli aveva redatto una relazione tecnica in cui dichiarava un elevato livello di vulnerabilità sismica e “che anche in condizioni statiche molti elementi non rispondono ai requisiti di sicurezza”. Otto mesi, da Marzo ad oggi, in cui tutti sono stati sottoposti ad un reale e concreto pericolo di incolumità. Eppure basti pensare che se a Marzo avessero fronteggiato alle mancanze strutturali sismiche e statiche dell’edificio con i dovuti lavori, effettuati tra l’altro anche nei mesi in cui la scuola è chiusa per le vacanze estive, probabilmente oggi non staremmo a parlare di pericolo imminente. Gravi colpevolezze da indirizzare senza dubbio all’attuale amministrazione alla guida del paese già dal 2015. Accuse respinte con forza dal vicesindaco D’Aponte, il quale ha preso atto della situazione solo ieri, come da lui stesso dichiarato, ossia da quando è venuto a conoscenza della relazione fatta dall’architetto Maisto. “Ho scoperto che questo plesso ha gravi problemi di agibilità già dal 1997 – ha aggiunto – quindi più che focalizzare l’attenzione sugli otto mesi trascorsi, la focalizzerei sul fatto che il problema esiste da vent’anni, ed io come cittadino – conclude – sono indignato. Informerò la Procura della Repubblica”. Ebbene, quindi la responsabilità è di tutte le amministrazioni che nel corso dei vent’anni, sapendo della problematica del plesso Vespucci, hanno permesso che la struttura fosse adibita a scuola. Una responsabilità di tutte le amministrazioni, compresa quella attuale. Se c’è un problema, un’amministratore non può non esserne a conoscenza e scoprirlo, così per caso. Non è ammissibile quando in gioco ci sono tante vite. Ciò che resta da capire adesso è che fine faranno i piccoli alunni. Sono stati effettuati già dei sopralluoghi nelle aule presenti in altre scuole del territorio per cercare di capire come meglio far fronte al disagio che si è venuto a creare, e, con la riunione del consiglio di circolo indetta per il pomeriggio dal dirigente scolastico della Giovanni Pascoli, probabilmente si capirà se le voci di probabili rotazioni tra le classi hanno fondamento.
Giovanna Scarano
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