Napoli, uccise ed occultò il corpo di un cittadino tunisino. Fondamentali le dichiarazioni di un esponente del clan Mazzarella

Napoli – A seguito di articolate indagini gli agenti della Squadra Mobile di Napoli hanno  dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di  Salvatore Sembianza 36enne napoletano, già noto alle forze dell’ordine ritenuto responsabile di omicidio, porto e detenzione di arma da fuoco, distruzione e soppressione di cadavere. L’uomo, già detenuto per altra causa, è ritenuto responsabile, in concorso con un esponente del clan Mazzarella, attualmente collaboratore di giustizia, dell’omicidio del cittadino tunisino Chafai AbdelmadiJ, assassinato a colpi d’arma da fuoco a Napoli nel giugno 2015. Le indagini, coordinate dalla locale Direzione Investigativa Antimafia, unitamente alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia; hanno consentito di ricostruire la dinamica, il movente e le modalità esecutive del fatto di sangue. La vittima, ritenuta autore di una violenza sessuale ai danni di un minore, fu attirata da Sembianza  presso un’abitazione nel quartiere partenopeo di Poggioreale; lì il collaboratore esplose due colpi di arma da fuoco alla tempia del cittadino tunisino. Dopo  aver accertato la morte del Chafai,  Sembianza e il collaboratore di giustizia  occultarono il cadavere in una busta, bruciandolo ed abbandonandolo in un discarica di San Pietro a Patierno, dove venne ritrovato la mattina dell’8 giugno 2015 dagli uomini  dell’Arma dei Carabinieri. L’omicidio del cittadino tunisino si inquadra nelle dinamiche criminali, in continua evoluzione, della zona di Piazza Mercato e delle Case Nuove.

Redazione

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