Afragola (NA) – Scacco al clan Moccia. Dalle prime luci dell’alba, a conclusione delle indagine coordinate dalla DDA della Procura della Repubblica di Napoli, gli uomini del centro operativo della D.I.A., unitamente a quelli della Squadra Mobile di Napoli e del Nucleo Investigativo Carabinieri di Castello di Cisterna, anche con l’ausilio della Guardia di Finanza, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli nei confronti di 45 persone. I soggetti destinatari della misura restrittiva sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, detenzione di armi comuni e da guerra e relative munizioni, plurimi episodi di estorsione aggravata, riciclaggio di ingenti somme di denaro. Grazie alla complessa attività investigativa è stato possibile ricostruire gli assetti del clan Moccia, radicato in ampie aree della provincia di Napoli come Afragola, Casoria, Arzano, Frattamaggiore, Frattaminore, Cardito, Crispano e Caivano, Acerra; e a partire dal 2011 il clan ha esteso il proprio controllo anche nel Lazio. L’attività investigativa si è basata anche sul monitoraggio di colloqui in carcere ed il conseguente sequestro di alcuni manoscritti inviati da soggetti detenuti ai propri fiduciari liberi nonché con il contributo di vari collaboratori di giustizia. In particolare, è stato ricostruito il gruppo di vertice del clan Moccia, cui hanno preso parte Anna Mazza (deceduta) , Luigi Moccia, Teresa Moccia , Filippo Iazzetta, oltre ai soggettti fiduciari della dirigenza del sodalizio, – i cosiddetti “senatori” affidatari delle direttive impartite da quest’ultimi e dei resoconti destinati ai medesimi – Salvatore Caputo (deceduto), Domenico Liberti , Mario Luongo , Pasquale Puzio , Antonio Senese. Le indagini tecniche, oltre a portare alla luce i profondi contrasti esistenti tra alcuni dei “senatori”, hanno confermato la rilevanza del ruolo assunto da Modestino Pellino (gia sorvegliato speciale obbligatoriamente domiciliato a Nettuno (Roma), e ucciso il 24 luglio 2012), subordinato solo a quello del capo indiscusso dell’associazione Luigi Moccia (già sottoposto a libertà vigilata a Roma, dove aveva da tempo trasferito i propri interessi). Sono state ricostruite: la più recente conformazione del clan Moccia, le responsabilità del suo vertice assoluto, dei dirigenti e dei relativi referenti sul territorio, le modalità di comunicazione tra gli affiliati, anche detenuti, la capillare attività estorsiva, l’imposizione delle forniture per commesse pubbliche e private, la ripartizione tra i sodali, liberi e detenuti, degli illeciti profitti conseguiti tramite le precedenti attività, le infiltrazioni del sodalizio negli apparati investigativi.
Giovanna Scarano