Frattamaggiore, Emergenza sicurezza: stamane conferenza capigruppo in Comune. Il gioielliere indagato per omicidio colposo. C’è chi giustifica i rapinatori

Frattamaggiore (NA) – Si è sempre detto che prevenire è meglio che curare, ma non sempre si attua questa tattica. Spesso, troppo spesso, le istituzioni “smuovono mari e monti” solo dopo una tragedia, come quella che avvenuta sabato sera con la rapina alla gioielleria Corcione terminata con l’uccisione di uno dei rapinatori da parte del giovane gioielliere. A due giorni dall’accaduto, è prevista per stamani al comune alle ore 13 una conferenza di capigruppo, per fare il punto su quanto accaduto. A tal proposito il consigliere Michele Granata mediante un post su facebook oltre ad esprimere la propria vicinanza alla famiglia Corcione, gioiellieri da ben quattro generazioni e quindi noti in paese; in tempo di campagna elettorale si è rivolto ai candidati del collegio per “conoscere il loro parere, ove se eletti, sulla necessità di porre mano ad una profonda riforma dell’istituto del cosiddetto ‘eccesso colposo di legittima difesa’. Mi aspetto che con coraggio si affermi finalmente che non può esistere equiparazione tra chi delinque e chi lavora e puzzano di ipocrisia le tante giustificazioni sociologiche del contesto ambientale”. Dalle 19 di sabato sera, da quando cioè è stato premuto il grilletto che ha ucciso uno dei rapinatori, Raffaele Ottaiano, subito, in strada e sui social, si sono formati due schieramenti: Stato ed Antistato. Tanti i commenti a favore del gioielliere, tante le persone che lo sostengono e che trovino più che giustificata il suo volersi difendere da chi senza se e senza ma ha deciso di strappargli in pochi secondi anni di duro lavoro. “Mi ha puntato la pistola contro ed io ho sparato” avrebbe raccontato il giovane orafo. Ma non sono mancate quanti, seppur velatamente hanno quasi giustificato il gesto dei rapinatori, giustificando la rapina come alternativa per “portare i soldi a casa”. “Se ci fosse più lavoro molti giovani non andrebbero a delinquere”, sostengono in molti. “Raffaele aveva un bimbo piccolo, come doveva fare?” Una giustificazione, per nulla plausibile e condivisibile ma che purtroppo, differentemente da quanto si pensi è condivisa da molti. Ed è proprio questa la vera emergenza da affrontare e prevenire. Cambiare la mentalità delle persone, di chi vede l’assenza delle Istituzioni come capro espiatorio a cui appellarsi per poter delinquere a danno degli altri. Maggiori controlli, maggiore sicurezza, telecamere e più uomini in strada senza dubbio possono essere un deterrente, ma i “politici” di turno non possono e non devono lavarsi le mani e la coscienza in questo modo. Creare un’alternativa è obbligatorio, diffondere la cultura e sopratutto il principio della meritocrazia abolendo il clientelismo.

Giovanna Scarano

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