Napoli – Dalle prime ore della mattina, a Napoli e provincia, Terni, Montesilvano (PE), Aversa (CE) e Frosinone (FR), i Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, unitamente ai colleghi competenti per territorio, hanno dato esecuzione ad una misura cautelare – emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di 31 indagati (20 in carcere ed 11 ai domiciliari), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
L’indagine, condotta dal citato reparto dall’ottobre 2015 fino ad oggi, mediante attività tecniche e servizi di osservazione e pedinamento, ha permesso di:
– individuare un’articolata associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, del tipo hashish e marijuana;
– documentare i molteplici canali di distribuzione del narcotico sul territorio nazionale, principalmente in Campania e nel Lazio;
– trarre in arresto, nel corso delle investigazioni, 4 persone, sequestrando complessivamente 80 kg. circa di “hashish” e 1 Kg. circa di “marijuana”.
Nello specifico, si è riusciti a documentare l’esistenza e l’operatività di un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti, con base a Marano di Napoli che aveva come propri capi e promotori Massimiliano D’Onofrio e Francesco Sepe. I due soggetti, agevolavano l’organizzazione camorristica degli Orlando, di cui ne facevano parte anche Angelo Di Maro, Alesandro de Luca e Alfonso Mercurio, espressione dei clan Nuvoletta e Polverino. Rappresentavano il punto di congiunzione tra i fornitori di narcotici inseriti in più vasti contesti criminali (contesti ai quali gli stessi ambivano in prima persona, attraverso la partecipazione diretta alle attività di importazione della droga, attuata mediante il collaudato sistema delle “puntate”) e gli spacciatori al dettaglio, loro stabili acquirenti, presenti in Campania e nel Lazio (quali Ivan Piccirillo, Ciro Conte, Luca De Luca, Giuseppe Granata, Davide Iannone, Antonio DE Miccoli ed i fratelli Verdichhio). La citata organizzazione, era composta da una serie svariata di soggetti che rivestivano talvolta compiti e ruoli ben distinti. Le investigazioni tecniche hanno evidenziato come Alfonso Mercurio fosse una pedina fondamentale nel traffico di hashish internazionale, curandone l’importazione dal Marocco a Napoli, attraverso Spagna, per conto dei clan camorristici maranesi Polverino e Nuvoleta prima, Orlando poi. È emersa, inoltre, la figura di Antonio Dell’Aquila, soprannominato “Presidente”, coinvolto in numerosi episodi di spaccio, il cui ruolo poliedrico spazia dalla cessione diretta a quella di corriere della droga per conto del sodalizio. Veri e propri intermediari nella vendita dello stupefacente tra i citati vertici del gruppo ed i singoli acquirenti di tutta la provincia di Napoli (attraverso un collaudato sistema di commercializzazione trasversale rispetto alle organizzazioni camorristiche presenti sul territori) si sono rivelati essere Umberto Liccardi, Giuseppe Coppeto, Vincenzo Longombardi e Nicola Langella, pronti ad offrire i loro “servigi” in cambio di compensi. Vi erano, infine, i custodi dei luoghi di riferimento dell’organizzazione, come Rosario Setaro e Dolores Sacco. Quest’ultima, in particolare, (già arrestata nel corso dell’attività investigativa poiché trovata in possesso, tra l’altro, di circa 50 Kg di hashish occultati all’interno di un’autovettura parcheggiata nel suo box), forniva supporto logistico nella gestione illecita della commercializzazione dello stupefacente, custodendo presso la propria abitazione le somme di denaro incassate da D’Onofrio a seguito delle vendite dell’hashish, le agende contabili dove venivano annotate le cifre di denaro, i nominativi degli acquirenti e la sostanza stupefacente destinata alla successiva rivendita, ovvero la rendicontazione dei traffici di droga posti in essere dai due organizzatori Sepe e D’Onofrio. Le indagini hanno permesso di accertare che il giro di affari connesso alla commercializzazione della sostanza stupefacente da parte del sodalizio criminale si aggirava sui 100.000 euro a settimana.
Giovanna Scarano
Leave a Reply