Pozzuoli (NA) – Che la Chiesa da sempre ha cercato di nascondere le proprie malefatte, è un dato di fatto; ma che anche dinanzi all’evidenza e con un processo della curia in corso, è davvero impensabile che non si muova un dito. Dopo sette mesi dalla diffusione del dossier di Francesco Mangiacapra, in cui è coinvolto anche un giovane prete della diocesi di Pozzuoli, il vescovo Gennaro Pascarella non ha fatto nulla. Il sacerdote coinvolto nel dossier, che vede coinvolti oltre 50 preti tutti impegnati in chat ed incontri omosessuali; continua la propria vita come se nulla fosse. Difatti, il prete, noto per essere un accanito fan di Laura Pausini; non è stato colpito da nessuna sospensione. Questo particolare, non solo non è passato inosservato a molti puteolani, ma anche allo stesso Mangiacapra. “Se Papa Francesco decidesse un giorno di istituire un premio al vescovo che più si è prodigato per salvaguardare l’immagine di facciata della Chiesa, il vincitore sarebbe certamente Sua Eccellenza Mons. Gennaro Pascarella – ha scritto Mangiacapra sul suo blog, in una lettera aperta – Il Vescovo di Pozzuoli pare non aver preso nessun provvedimento pratico in merito alle mie segnalazioni relative a un prete della sua diocesi; non un semplice presbitero diocesano ma un prete che all’interno di quella diocesi ricopre una posizione importante, soprattutto per la delicatezza delle mansioni assegnategli. Mansioni che sono rimaste perfettamente immutate nonostante il prete in questione abbia ammesso di fronte ai giudici della Curia, l’autenticità del materiale che ho prodotto all’interno del mio dossier e le foto che lo vedono coinvolto. Ciò che stupisce – aggiunge l’escort dei preti – è proprio l’assenza di provvedimenti cautelari e preventivi da parte del Vescovo, in attesa del procedimento canonico che accerterà la verità dei fatti ma che nel frattempo ha già incassato delle ammissioni da parte del prete interessato. Se a Napoli – si legge tra le righe – per una denuncia anonima si è deciso di sospendere un prete (Mario D’Orlando ndr.) il cui nome era diventato pubblico, e di continuare a tenerlo in castigo anche dopo averne accertato l’innocenza, a Pozzuoli invece il garantismo di Mons. Pascarella fa sì che un presbitero per il quale è stata presentata una denuncia circostanziata (da accusatore ritenuto unanimemente credibile) continui a operare a contatto con una categoria particolarmente sensibile come i giovani. Il garantismo di Mos. Pascarella, permette al suo presbitero di continuare a fare la bella vita, di andare ai concerti della sua cantante preferita e soprattutto di continuare a svolgere mansioni pastorali. Quasi un’autorizzazione, come se fosse cosa buona giusta per un sacerdote continuare a separare ciò che si esercita da ciò che si è “. Un comportamento inaudito quello del Vescovo di Pozzuoli, che lascia tutti con l’amaro in bocca. Eppure basti pensare che la Chiesa non ha perso tempo a bandire gli omosessuali, i divorziati dal ricevere l’Eucarestia, ma al tempo stesso concede ad un prete di celebrare messa, e di consacrare. Come è possibile tutto ciò? Quanta falsità c’è in coloro che dovrebbero diffondere i dettami di una religione in nome di Cristo ed invece non fanno altro che infangare con i loro comportamenti quello stesso Dio che loro tanto predicano. Questa non è la vera Chiesa. Questo non è il Cristianesimo. Ragion per cui Francesco Mangiacapra rivolge una domanda a Mons. Pascarella “Gli uomini di Chiesa credono davvero in Dio o pensano che anche dopo la vita terrena potranno nascondere i loro peccati?“. Si spera vivamente che il Vescovo abbia il buon senso di rispondere, dando anche una spiegazione al suo comportamento “menefreghista” nei confronti di una situazione a dir poco vergognosa ed indegna.
Giovanna Scarano