Caserta – Per anni, forse ignari di ciò che utilizzavano, alcuni cittadini di San Nicola la Strada hanno usufruito di acqua proveniente dai 12 pozzi posti sotto sequestro stamane dai carabinieri del NOE, del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Caserta coordinati dal maggiore Marilena Scudieri, nonché dalla sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. I pozzi posti sotto sequestro erano utilizzati da alcuni cittadini per uso domestico e fertirrigazione, e l’acqua “incriminata” il cui colore è rosso, è stata analizzata dal personale dell’ARPAC, il quale ha riscontrato la presenza di metalli pesanti, sopratutto l’arsenico, noto per la sua elevata tossicità. Dai campioni prelevati in un solo pozzo si è evinto che questo tipo di veleno, perchè l’arsenico può essere considerato tale, è presente 850 volte i valori previsti. Visti i risultati sconcertanti, il personale dell’ARPAC unitamente agli uomini dell’Arma giunti sul posto, hanno ritenuto approfondire la situazione effettiando dei carotaggi, dai quali è emerso un altro dato a dir poco agghiacciante. E’ emerso infatti, la presenza di materiale che pare essere scarto di produzione industriale. A questo punto è stato obbligatorio, per gli inquirenti, risalire alle origini di questi scarti. L’area incriminata è ben nota a tutti i residenti come “Piscina Rossa”, proprio perchè vi era in passato un invaso di raccolta di acque proprio di colore rosso, che altro non erano che scarti dell’ex Opificio Saint Gobain. Tutto ciò è andato avanti fino al 1988, quando ci fu la dismissione totale della fabbrica, passando l’area nel 1989 alla “Progetto Industrie SRl”. Nel 1991 il Comune di Caserta, con delibera 26 del 25 Marzo approvò la varazione di destinazione urbanistica dell’area di proprietà della “Progetto Industrie Srl” che passava da area industriale a “Zona ad insediamenti produttivi e terziari”, con relativa variante del Piano Regolatore vigente al tempo, volta a trasformare l’area ex Saint – Gobain da industriale a residenziale con la possibilità di realizzazione due miliardi di metri cubi di costruzioni. Un business che ovviamente ha fatto gola a tutti, imprenditori, politici e dirigenti; a tal punto che hanno provveduto ad edificare senza però bonificare l’area. Tutto ciò senza minimamente preoccuparsi della salute pubblica e di quanti avrebbero attinto da quei pozzi. Resta ora da capire, magari attraverso screening effettuati dall’ASL, in che misura i cittadini di San Nicola la Strada hanno usufruito di quell’acqua, e che tipo di conseguenze si sono avute.
Giovanna Scarano