Grumo Nevano (Na) – Di Bernardo si aggiudica il secondo round della guerra interna alla sua maggioranza. Dopo il golpe del mese di Luglio quando, contro la sua volontà e quella di qualche fedelissimo fu eletto Giovanni Landolfo alla presidenza del consiglio contro Giuseppe Ricciardi, ora il primo cittadino pareggia i conti. I 4 consiglieri che avevano proposto la sua sfiducia (Tammaro Faccenda, Rosa Conte, Tammaro Chiacchio, Giovanni Landolfo) giurando che Di Bernardo ormai fosse il passato, fanno marcia indietro rimangiandosi tutto. Nel consiglio comunale di ieri sera senza fare alcun intervento, si sono limitati a leggere un nuovo documento che attesta la rinnovata fiducia in Di Bernardo e nel suo programma politico atteso che c’è “la forte volontà del sindaco nel chiedere a tutti i gruppi presenti in consiglio comunale, – si legge nel documento – una collaborazione intesa non come eventuale accordo politico trasversale, di maggioranze allargate o altre alchimie numeriche di sopravvivenza, – si legge ancora nel documento – ma esclusivamente di tipo programmatico su alcuni importanti punti di grande interesse per la collettività, quale la realizzazione di un nuovo PUC; …degli interventi sulle zone industriali…”.
Forti le reazioni dell’opposizione guidata da Campanile; la consigliera Angela Lamanna nel suo intervento non usa mezzi termini per spiegare quello che secondo lei è accaduto: “Non so fino a che punto questo governo possa avere stabilità – dichiara Lamanna – penso che al di la di tutto si facciano dei giochetti sottobanco per un tornaconto personale, poi magari mi sbaglio. Credo che il dissenso ci sia stato perché qualcuno non sia stato accontentato“. Accuse dirette ed inequivocabili dunque che non hanno avuto risposta dai 4 consiglieri ma che hanno suscitato scalpore e a cui il sindaco ha replicato con altrettante dure parole. “Io non cedo ai ricatti. I firmatari della mozione non hanno chiesto nulla. Consigliera Lamanna – ha redarguido il primo cittadino – la prossima volta che fa un intervento, misuri bene le parole e le offese, le hai fatto una dichiarazione molto pesante“. La votazione finale chiude il sipario su questa vicenda dai risvolti tragicomici ma non sul Vietnam in cui si è avventurato Di Bernardo. Per la cronaca: alla votazione sulla sfiducia si astiene il M5S, mentre il gruppo di Campanile esce dall’aula. La sfiducia ottiene 10 voti contrari.
Giovanna Scarano