Casandrino, 17 arresti per riciclaggio e ricettazione. Giro d’affari di quasi 2 milioni di auro. Guarda il video

Casandrino (Na) – Cento vetture riciclate ed un giro d’affari di quasi 2 milioni di euro, è quanto è fruttato ad un sodalizio criminale in soli otto mesi di attività di riciclaggio e ricettazione. Attività scoperta e smantellata grazie ad un’ indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord unitamente ai carabinieri della Compagnia di Giugliano agli ordini del capitano Andrea Coratza i quali hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli Nord;  nei confronti di 17 persone di cui 6 in carcere ed 11 agli arresti domiciliari, indagate a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione e al riciclaggio di autoveicoli provento di furto. L’attività investigativa, svolta da marzo a novembre dello scorso anno, è stata condotta dai carabinieri della Stazione di Grumo Nevano, agli ordini del maresciallo Antonino Bruno, che nel corso di un controllo nel comune di Casandrino, hanno potuto constatare all’interno di un capannone in disuso sito in via Melitiello, alcuni pezzi di autovetture. Nel corso delle indagini – svolte con l’ausilio delle intercettazioni ambientali e telefoniche, delle riprese audiovisive da telecamere e di servizi di osservazione e pedinamento – sono stati acquisiti rilevanti elementi investigativi circa l’esistenza di una stabile organizzazione i cui componenti, quasi tutti residenti tra Napoli e provincia, a seconda del proprio ruolo, provvedevano ad acquistare le autovetture provento di furto, a smontarle e cedere i pezzi di ricambio a rivenditori di riferimento, che, poi, li rivendevano a loro volta agli acquirenti finali. Le carcasse delle auto, ormai cannibalizzate, venivano successivamente smaltite presso un’ autodemolizione compiacente. Nel corso dell’operazione, sono state poste sotto sequestro cinque officine risultate essere a disposizione del sodalizio. Inoltre numerose persone sono state deferite, alcune perché ritenute occasionali acquirenti di pezzi di ricambio provenienti dalle auto smontate, altre  per lo stoccaggio illecito di rifiuti e altre ancora per la simulazione di furto del proprio veicolo che, invece, avevano ceduto volontariamente.

Giovanna Scarano

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