Sant’Antimo, omicidio del Negus: “O minorenne” fu il mandante. Dall’archivio il racconto dell’agguato con articolo e foto

Sant’Antimo (Na) – A 13 anni dall’omicidio di Francesco Verde, detto o Negus, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna (NA) hanno eseguito, all’interno della Casa di Lavoro di Tolmezzo (UD) ove è internato per altra causa, l’ordinanza di ripristino della custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte d’Assise di Appello nei confronti di Pasquale Puca, detto O’ minorenne, elemento apicale della criminalità organizzata egemone sul Comune di Sant’Antimo (NA) e territori limitrofi, in quanto ritenuto responsabile del delitto di omicidio aggravato dal metodo e dalle finalità mafiose. Il provvedimento sancisce il concorso del Puca, quale mandante, nell’omicidio premeditato in danno di Francesco Verde, avvenuto in via Paolo Borsellino a Casandrino il 28 Dicembre 2007. Il processo, da cui scaturisce la misura restrittiva predetta, celebrato dinanzi alla Corte d’Assise di Appello, sulla scorta delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, ha provato che l’efferato fatto di sangue consentì alla compagine di camorra capeggiata dal Pasquale Puca di esercitare il predominio sul territorio, confederandosi con il gruppo Marrazzo: fu proprio Vincenzo Marrazzo, infatti, ad occuparsi della fase esecutiva dell’agguato.

CRONACHE di NAPOLI del 29/12/2007 – di Giovanna Scarano

Casandrino (Na) –  Incredulità e sgomento per la morte di Francesco Verde detto o’negus morto in un agguato ieri sera in via Napoli a Casandrino. Capoclan dell’omonimo clan, nel corso degli ultimi vent’anni ha esteso la propria egemonia sia nei paesi limitrofi sia oltre, diventando col tempo un personaggio carismatico non solo nel mondo malavitoso. Ed è proprio questa sua fama che ieri sera ha lasciato tutti sbigottiti. Francesco Verde è stato freddato da sicari, mentre era a bordo di un auto con il nipote Mario Verde meglio conosciuto come “Mariolino o ’tipografo’ “, figlio di Antonio Verde. Diciotto colpi esplosi da una pistola calibro nove, e due da un fucile a canne mozze hanno raggiunti i due prescelti. Un susseguirsi di colpi, poi dopo urla e spavento. Gente che fuggiva e terrorizzata piangeva. Dei tanti commercianti che hanno udito i colpi di pistola e probabilmente qualcuno ha visto qualcosa, nessuno parla. “Non ho visto nulla – racconta un’esercente – ero impegnato con i miei clienti, abbiamo solo sentito dei colpi. Inizialmente pensavamo che si trattasse di botti di capodanno, poi udendo il ripetersi repentino ho capito che non potevano essere dei semplici botti. A quel punto non sono uscito subito, ho atteso qualche minuto“. Quando i commercianti sono usciti in strada per vedere cosa stesse accadendo, Mario Verde già era ripartito con la sua auto per dirigersi all’ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa, dove è arrivato in condizioni critiche; mentre lo zio Francesco Verde essendo stato colpito al cranio è deceduto durante il tragitto. Dopo un iniziale ‘fuggi fuggi’,  tanti curiosi hanno accerchiato la zona transennata successivamente. Una pozza di sangue al centro della strada, che stando a quanto mormoravano alcuni sotto voce è fuoriuscito dal cranio del ‘negus’. Una notizia, uno scoop per i ragazzi presenti, che hanno sempre udito parlare di questo personaggio come il più temuto della zona. Tutti erano lì per nulla incuranti del gran freddo, a scattare fotografie;  ad immortalare ciò che resta di un personaggio che per lunghi anni ha riempito pagine dei quotidiani. Non una parola pronunciata tra i presenti, nell’unico bar sito a duecento metri dal luogo un gruppo di anziani commentava sotto voce quanto  appena accaduto, stando benne attenti a non farsi sentire da orecchi indiscreti. “Non so nulla – ha replicato con voce tremante il barista – stavo preparando il caffè“, mentre qualcuno con il naso in su guardava la televisione posta all’interno del bar cercando di carpire quanto non fosse ancora stato detto fuori, in strada. “Era strano che queste festività natalizie trascorrevano senza alcun fatto grave – hanno dichiarato i presenti – un altro morto che qualcuno porterà sulla coscienza“.  Al momento resta ancora sconosciuto il mandante, o i mandanti di questo agguato, poiché non vi sono elementi significativi che possano far risalire questo omicidio ad una specifica mano criminale. L’unico elemento che potrebbe dare qualche indizio è l’auto, una Lancia Thesis  ritrovata bruciata nel comune di Lusciano; poco dopo l’omicidio.

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