Grumo Nevano, lo spettro del dissesto finanziario e l’inutile e costoso piano di rientro dell’ex sindaco Di Bernardo bocciato dai revisori dei conti

Grumo Nevano (Na) – Dopo anni di cattiva amministrazione arriva il conto da pagare. Il comune si avvia verso il dissesto finanziario. Una procedura che se confermata, avrà degli effetti sul piano economico-finanziario, sociale e politico. Un salasso per i cittadini che saranno costretti a pagare le imposte e le tasse locali, diverse dalla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani per cui i cittadini già subiscono un altro salasso, nella misura massima consentita dalla legge. In realtà, i grumesi già pagano le massime aliquote applicabili per IMU e TASI per cui un default del comune non cambierebbe l’attuale situazione da questo punto di vista. Il problema è che nessuna amministrazione potrebbe però ridurre queste tariffe per i prossimi 5 anni. Graverebbe certamente invece sul taglio agli già striminziti quanto inesistenti servizi offerti dal Comune.

L’ultima amministrazione, quella che sarà ricordata come la più fallimentare della storia grumese, quella dell’assoluto record negativo di longevità ( ricordiamo che è durata appena 6 mesi) ovvero quella di Gianco Di Bernardo, fece redigere un piano di rientro, costato alla comunità grumese altri 20 mila euro circa. Piano che fu sonoramente e clamorosamente bocciato dal collegio dei revisori dei conti. Faceva infatti, acqua da tutte le parti e nascondeva un altro salasso per i cittadini di Grumo Nevano: la privatizzazione dei tributi locali. Un piano mai arrivato alla votazione in consiglio comunale e che in sostanza, anche se fosse stato approvato, sarebbe stato del tutto inutile e non avrebbe in alcun modo potuto salvare l’Ente dal dissesto. Avrebbe solo portato altri disagi economici alla città.

Giovanna Scarano

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