Viaggiavano con ovuli di droga nella pancia per rivenderla a Sant’Antimo, Padova, Latina e Cisterna di Latina. Sgominata cellula della mafia nigeriana

Napoli – I carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere unitamente a quelli della Stazione di Grazzanise su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, hanno arrestato tre nigeriani e un immigrato del Niger smantellando così un’organizzazione criminale legata alla mafia nigeriana. Nell’operazione sono stati sequestrati 368 ovuli contenenti circa 6 chili tra eroina e cocaina. Il provvedimento cautelare costituisce il proseguo di un’articolata attività investigativa, inizialmente coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e successivamente, attesa la sussistenza di reati associativi a carattere transnazionale, dalla Direzione Distrettuale Antimafia che ha consentito in data 05 novembre 2019 di dare esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, per i medesimi reati, nei confronti di 16 indagati.

L’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ha consentito di accertare che la droga veniva importata attraverso i “corrieri ovulatori” che trasportavano gli ovuli di droga all’interno del proprio corpo in quantitativi variabili tra i 500 ed i 1.400 grammi per volta. Il guadagno per ogni corriere, a seconda della complessità del viaggio, variava dai 3000 ai 6000 euro e il costo per l’acquisto di un chilogrammo di eroina all’ingrosso si aggirava intorno ai 30 mila euro. I militari attraverso l’acquisizione dei piani di volo e delle liste di passeggeri, nonché con servizi di osservazione, perquisizioni e arresti in flagranza di reato hanno ricostruito il modus operandi con cui l’organizzazione criminale, presente in Italia ed in altri Paesi europei, inviava i corrieri in Italia. La droga proveniente dalla Nigeria, Kenya, Madagascar, Ruanda, Brasile, Turchia, Spagna veniva illecitamente trasportata e cedute in favore di una fitta rete di “pusher” delle città di Sant’Antimo, Padova, Latina e Cisterna di Latina che, a loro volta, le rivendevano al dettaglio.

I pagamenti delle partite di droga avvenivano tramite circuiti internazionali di money transfer quali Wester Union o Money Gram mentre per i pagamenti in ambito nazionale, si utilizzavano carte prepagate Postepay. I capi dell’organizzazione criminale o loro gregari, per eludere le investigazioni utilizzavano schede telefoniche intestate a soggetti inesistenti o estranei alle indagini, posta elettronica con provider esteri, Call Center, Internet Point e chat line. I contenuti delle conversazioni captate, che avvenivano attraverso un linguaggio criptico e convenzionale decodificato dai Carabinieri (lo stupefacente veniva indicato facendo ricorso a termini del tipo “merci”, “vestiti”, “scarpe” mentre l’espressione “mangiare bene” veniva utilizzata per indicare la capacità del corriere di trasportare ovuli nello stomaco), hanno consentito di appurare e fotografare le modalità con cui gli indagati realizzavano l’illecita attività.  In totale l’operazione ha portato all’arresto in flagranza di reato di ben 13 corrieri della droga.

Redazione

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