Napoli – Sembra volgere a termine la triste storia che ha avuto come protagonisti Luca Franzese e la sua famiglia. Tutto ha avuto inizio sabato pomeriggio quando Teresa, la sorella di Luca è deceduta. Da quel momento Luca si è attivato affinché alla sorella ed anche a loro, fosse effettuato il tampone per verificare il contagio da coronavirus. Richiesta rimasta inascoltata per ben 24 ore, nel corso delle quali Luca sentendosi abbandonato dalle istituzioni ha lanciato il proprio appello su Facebook.
Solo questa mattina la salma della donna è stata prelevata e posta sotto sequestro dalla magistratura. Poche ore fa, quest’ultima dopo l’esito positivo del tampone, ha predisposto che la salma di Teresa, fosse dissequestrata per poter essere trasportata al cimitero dove sarà tumulata. Oltre il danno anche la beffa per la famiglia di Luca, che non potrà nemmeno partecipare alla sepoltura. Secondo quando è stato predisposto dalla CEI, sono state sospese tutte le cerimonie religiose, pertanto per la sorella di Luca non vi sarà nessun funerale ma solo ed esclusivamente la sepoltura presso il cimitero. Un momento drammatico al quale ne i genitori ne il fratello e la sorella presenti in casa al momento del decesso, potranno partecipare. “Stamattina ci hanno fatto il tampone – ha dichiarato Luca Franzese – e non sappiamo ancora l’esito. Ma noi abbiamo scelto di metterci in autoquarantena”. Una scelta di grande responsabilità, un grande esempio dato da questa famiglia, che sebbene sta vivendo il dolore incommensurabile di un lutto; ha deciso di rimanere chiusa in casa per evitare ulteriori e probabili contagi.
Ed è proprio questo aspetto che preoccupa Luca, che chi ha contagiato la sorella, tutt’ora è libero di circolare e potrebbe contagiare altre persone. “Mia sorella era una persona che stava bene – prosegue – aveva sono problemi legati all’epilessia, ma conduceva una vita normalissima. Il mio sospetto è che sia stata contagiata da un’amica o parente di qualche amica e tutt’ora queste persone non si sono ancora fatte avanti”. In un clima di grande disagio sociale, molto surreale per quanto sta accadendo in tutta la nazione; la storia di Luca e della sua famiglia ci porta a riflettere sul fatto che è davvero necessario rispettare i divieti imposti, e che in certi casi le istituzioni dovrebbero fare il loro lavoro senza se e senza ma. In quella stessa casa per oltre 24 ore due bambini sono stati costretti a convivere con un defunto. Una storia che senza dubbio lascerà in loro un segno indelebile.
Giovanna Scarano