Sant’Antimo (Na) – L’ufficio tecnico del comune era totalmente assoggettato al volere (potere) della camorra e della politica corrotta. E’ quanto viene fuori da un altro dei filoni investigativi dell’indagine condotta dal ROS dei carabinieri con la Procura di Napoli. Le indagini condotte anche grazie alle rivelazioni dei collaboratori tra i quali Claudio Lamino, hanno consentito, scrive il PM, di acclarare la centrale importanza, per gli interessi strategici del clan Puca, del controllo dell’UTC del Comune di Sant’ Antimo. E’ proprio Lamino racconta senza mezzi termini dell’esistenza di un meccanismo che lui definisce il “Sistema Valentino“, riferendosi con questo alla potente figura dell’Ing. Claudio Valentino – tratto in arresto e sotto inchiesta per il delitto di cui agli artt. 110, 416 bis comma I, II, III, IV, V, VI e VIII c.p. ( associazione mafiosa). Questi fu assunto al Comune di Sant’Antimo durante l’amministrazione Piemonte dapprima con contratto a tempo e poi attraverso un concorso divenne effettivo a tempo indeterminato assumendo la dirigenza dei settori nevralgici del medesimo Ufficio tecnico ovvero l’urbanistica ed i lavori pubblici. E’ lo stesso Lamino a fare luce sulla sua assunzione:
“Nell’ottica degli accordi elettorali sanciti tra i CESARO ed i PUCA, questi ultimi si sono da sempre suddivisi i vari settori e/o uffici del comune di Sant’Antimo. In tale ottica fin dal 2008, allorquando PUCA Pasquale era libero a Sant ‘Antimo, a seguito dei vari accordi tra questi ed i CESARO, il primo “gestiva” l’ufficio tecnico, in particolare il settore urbanistica, che la ragioneria. In particolare il controllo sulla ragioneria comunale serviva a PUCA Pasquale per controllare le somme di denaro che fuoriuscivano dal comune di Sant’Antimo. Inizialmente i PUCA misero l’architetto Giovanni PEDATA quale loro uomo all’Ufficio urbanistica. Dopo l’arresto del PEDATA inizialmente PUCA Lorenzo essendo già in galera il padre, decise di far subentrare l ‘architetto Felice MARSIGLIA. dirigente del comune di Succivo, soggetto a lui collegato. Siccome quest’ultimo non poteva assumere l’incarico, lo stesso MARSIGLIA suggerì a PUCA Lorenzo il nome dell’ingegnere Claudio VALENTINO che il MARSIGLIA conosceva già da tempo in quanto lo stesso VALENTINO all’epoca aveva svolto già diversi incarichi di consulenza esterna presso vari Enti Pubblici. Fu proprio PUCA Lorenzo che lo fece assumere, inizialmente con contratto a termine, quale dirigente dell’urbanistica. Quando dico che fu PUCA Lorenzo a farlo assumere intendo dire che PUCA Lorenzo interloquiva e faceva le sue richieste a Vincenzo D’APONTE. all’epoca presidente del consiglio comunale, il quale a sua volta riportava la volontà di PUCA Lorenzo al sindaco PIEMONTE Francesco il quale materialmente firmò l’incarico a termine in favore di VALENTINO. Dopo che è stata trasferita l’architetto CEROTTO Paola e il geometra CAROLA non era idoneo ad assumere l’incarico in quanto spesso si perdevano i finanziamenti della comunità europea in quanto non era in grado di istruire le relative pratiche per ottenerli, Pio DI LORENZO sempre in accordo con il clan PUCA e cioè con FERRIERO Amadio e PUCA Luigi, alias o pulliere, visto che PUCA Lorenzo era in carcere, fece affidare l’incarico anche di dirigente del settore lavori pubblici al predetto VALENTINO, il quale dunque controllava la quasi totalità dell’UTC.. Nel 2015, comunque da poco tempo, il VALENTINO è stato assunto a tempo indeterminato a seguito di una procedura concorsuale indetta dal Comune. Preciso che il concorso in esame era stato già indetto molto tempo prima che l’ingegnere VALENTINO arrivasse con contratto a termine presso il comune di Sant ‘Antimo e pertanto venne deciso da tutti noi, intendo dire oltre a me, da Pio DI LORENZO, PUCA Luigi, alias o pulliere, PUCA Luigi, figlio di Pasquale, FERRIERO Amadio, CESARO Aniello e Raffaele che venisse annullato il vecchio concorso e ne venisse bandito un altro per consentire al VALENTINO di partecipare e vincere. Per quello che so e che mi ha personalmente riferito CESARO Antimo è stato proprio quest’ultimo ad interessarsi per ottenere l ‘annullamento del vecchio concorso, che di fatto è stato annullato ma non so in che modo, e far bandire il nuovo concorso regolarmente vinto dall’ingegnere VALENTINO che è stato nominato capo ufficio tecnico a tempo indeterminato.”
L’ingegnere dunque fu assunto per volere del clan Puca e dei Cesaro. Ma in cosa consisteva il “sistema Valentino”? In un collaudato sistema di riscossione delle tangenti e spartizione dei soldi tra lo stesso Valentino e il clan Puca a fronte dei rilasci delle pratiche edilizie. A gestire il sistema è stato fino al 2015 lo stesso Claudio Lamino e D’Aponte Vincenzo per volere di Lorenzo Puca. Successivamente da Francesco Di Lorenzo e Nello Cappuccio, per volere dì Amodio Ferriero. Quando Claudio Lamino fu arrestato dai Carabinieiri di Castello di Cisterna, fu rinvenuto un manoscritto di cui lui stesso nelle dichiarazioni rese il 22 Maggio 2017, ne chiarisce i contenuti.
“Preciso che l’ing. VAL indicato nella lettera sequestrata è l ‘ingegnere VALENTINO Claudio responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Sant’Antimo. Preciso che L. P. si identifica in Lorenzo PUCA, figlio di Pasqualino o minorenne, il quale è socio in alcune attività come il MayBe, la discoteca, con l ‘ingegnere CAPPUCCIO Nello. Tengo a sottolineare che sono a conoscenza di quanto vi dirò nel prosieguo in quanto fino al 2015, così come vi ho già detto in precedenti interrogatori, io personalmente insieme a D’APONTE Vincenzo, cugino di PUCA Lorenzo, mi sono occupato di mantenere i rapporti con l’ingegnere VALENTINO in relazione proprio alle tipologie di pratiche illecite che sono state da me descritte nel corpo della lettera sequestrata. Nel recente periodo, dopo che io e D ‘APONTE siamo stati messi da parte, i nostri compiti sono stati svolti da Pio DI LORENZO e dal predetto CAPPUCCIO Nello insieme a FERRIERO Amadio. Come ho descritto nella lettera, il VALENTINO, insieme a CAPPUCCIO ed a DI LORENZO Pio, controllano ogni rilascio di concessione edilizia al Comune di Sant’Antimo nel senso che decidono loro a quali pratiche edilizie dare impulso e quali invece ritardare. Tutto ciò avviene dietro corresponsione di denaro, ecco perché nella lettera faccio riferimento alle mazzette, e anche perché CAPPUCCIO, DI LORENZO e FERRIERO Amadio impongono ai proprietari che i lavori vengono eseguiti da ditte del clan, ovvero quelle di PUCA Nicola, fratello di Luigi, alias o pulliere, DI SPIRITO Francesco, detto terremoto, ed in ultimo la ditta del padre di Nello CAPPUCCIO. Quest’ultimo invece si occupa della parte tecnica e della direzione dei lavori. Fino al 2015, dunque fino a quando i rapporti con VALENTINO li curavamo io e D’APONTE, prima la ditta ELLEVL sequestrata nel 2012, e poi altra ditta di D’APONTE Vincenzo di cui non ricordo il nome, erano le imprese che venivano imposte per eseguire i lavori oggetto delle concessioni edilizie rilasciate da VALENTINO. Questo perché PUCA Lorenzo era socio di D’APONTE Vincenzo nelle imprese intestate a quest’ultimo” .
Il potere di Valentino era tale da poter decidere in autonomia chi favorire e chi non nel rilascio delle pratiche edilizie. Singolare è l’episodio dell’architetto Santo Petito ex consigliere e vicino al clan Verde.
“Nella lista Vivi Sant ‘Antimo ho sottolineato PETITO Santo, architetto, consigliere uscente, il quale è direttamente collegato a BARBIERI Salvatore, detto o niro, affiliato al clan VERDE di Sant’Antimo. Mi consta personalmente che il PETITO Santo teneva costantemente informato il BARBIERI sulle attività che si tenevano in Comune, in particolare sulle concessioni edilizie che venivano rilasciate dal Comune. Ricordo in particolare che alla fine del 2016, allorquando BARBIERI Salvatore era stato già arrestato questo PETITO chiese il sostegno dei CESARO. In particolare dell’onorevole Luigi CESARO e del fratello Antimo, in quanto avendo perso BARBIERI era stato messo un po’ da parte da VALENTINO Claudio. Per tali ragioni i fratelli CESARO intervennero sul VALENTINO, convocandolo all’ufficio di CESARO Luigi, ubicato di fronte al Comune. chiedendogli di favorirlo nel rilascio di concessioni o permessi a costruire chiesti dallo stesso PETITO. Quest’ultimo in realtà si lamentò con i CESARO che il VALENTINO favoriva solo gli interessi di Pio DI LORENZO e Nello CAPPUCIO. Il VALENTINO assicurò ai CESARO che avrebbe aiutato il PETITO Santo, ma al termine della riunione raccontò tutto a Pio DI LORENZO che a quel punto affrontò quasi fisicamente il PETITO Santo .
L’episodio raccontato sempre da Claudio Lamino trova riscontro in una intercettazione di un colloquio tra Luigi Vergara ex sindaco di Sant’Antimo e Luigi Cesaro. Il senatore informava il suo interlocutore che qualche giorno prima, attraverso tale “CIACCIANELLA”, aveva ricevuto, presso la sua segreteria politica Santo Petito per poi organizzargli un incontro con l’Ing. Valentino, in quello stesso luogo, al fine di discutere il rilascio di un condono edilizio che interessava al primo. In tale contesto, l’ingegnere, alla luce della circostanza che i documenti prodotti dal Petito erano falsi, aveva negato il rilascio del condono chiarendo successivamente, sia a Cesaro che a Vergara, di non aver accolto la richiesta di Petito poiché quest’ultimo non era ritenuto affidabile sotto il profilo della riservatezza e avrebbe potuto rivelare a terzi il fatto di aver conseguito illegittimamente un condono
C’è da dire poi che la somma di denaro versata non rappresentava la quota estorsiva che il singolo beneficiario doveva poi versare, nei periodi canonici di Natale, Pasqua e Ferragosto, alle consorterie attive sul territorio di Sant’Antimo, ovvero i Puca, i Verde e i Ranucci. I primi, infatti, guadagnavano due volte da tali operazioni illecite in quanto incassavano sia la tangente versata per ottenere i permessi dall’Ufficio Tecnico, sia la quota estorsiva che veniva versata nella cassa comune dei tre clan santantimari ovvero nel cosiddetto “cappello”. In realtà formalmente è la ditta costruttrice che versa la tangente alla camorra ma di fatto tali versamenti vengono inseriti nel computo metrico e quindi in realtà è sempre il proprietario che paga, almeno parzialmente, la tangente .
Giovanna Scarano