Grumo Nevano (Na) – Dopo 27 giorni di ansie e paure, vissuti a denti stretti con la speranza che tutto potesse andare nel migliore dei modi; possiamo gridare con gioia che ce l’hai fatta! Ebbene si, caro papà, hai sconfitto il coronavirus! E’ successo tutto cosi velocemente, nessuno di noi ha avuto tempo per poter mettere a fuoco e comprendere bene cosa ti stesse accadendo.
Tu, una persona sempre molto attenta, ligio nell’indossare la mascherina e attento a non frequentare luoghi affollati, tu che nel primo lockdown non hai mai messo il naso fuori la porta, eppure il covid-19 si è impossessato del tuo corpo. Sei ritornato dalla tua famiglia, e da quanti ti ti vogliono bene, perché hai lottato tanto, ti sei aggrappato alla vita con le unghie e con i denti, con tutta la tua forza. Sei ritornato da noi grazie alle cure dei medici (Alberto Maraolo, Loredana Alessio, Carolina Rescigno, Raffaella Pisapia), delle infermiere(Francesco, Angelica, Lucia, Filomena, Alfredo, Maria Rosaria, Enrico, Raffaele, Rosa, Maria, Bruno, Armando, Marta, Marco, Ilaria, Massimo, Guido, Gabriele, Silvana, Rosa), degli operatori socio assistenziali (Immacolata, Alfonso, Tina, Carlo, Laura), operanti tutti presso l’ospedale Cotugno di Napoli, presso la prima divisione; che in questi giorni ti hanno assistito e ti hanno spronato a dare il massimo. Il mio pensiero va a loro, che in questi mesi, da quando è cominciata la pandemia, sono definiti come degli eroi, degli angeli. Ci hai raccontato che hai incontrato delle persone eccezionali, con le quali sei riuscito ad instaurare un rapporto che andava oltre a quello di semplice assistito. Tutti noi quindi, non possiamo che ringraziarli dal profondo del nostro cuore, per la loro professionalità e la loro vicinanza che non solo hanno mostrato a te come paziente, ma a tutti noi come famiglia. Purtroppo, questi mesi di pandemia, hanno fatto emergere le lacune sanitarie che affliggono sia noi cittadini che gli operatori sanitari, tutti vittime di un sistema che per anni si é basato solo su clientelismo e tagli alla sanità pubblica. In questo contesto, di estrema difficoltà, dove si è creata un’emergenza nell’emergenza, gli operatori sanitari sono diventati dei veri e propri supereroi, costretti a lavorare non solo in sottorganico ma, in alcuni casi, anche in condizioni estremamente disagiate. Ed è a loro, che ancora una volta rivolgo il mio e, quello di tutta la mia famiglia; grazie!
Giovanna Scarano