Grumo Nevano (Na) – “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” art. 21 della Costituzione Italiana. Il presidente del consiglio comunale Antonio Chiariello ieri sera ha palesemente violato questo articolo. Non solo, ma ha palesemente leso il mio diritto di cronaca in qualità di giornalista. E come se non bastasse ha palesante dimostrato di non conoscere il regolamento del consiglio comunale e il regolamento che disciplina le riprese video. Cosa che nei fatti rientra nelle sue competenze. Ma cosa è successo? Verso le 19 mi sono recata, come ormai faccio da anni, presso l’aula consiliare per assistere alla seduta del consiglio comunale convocato per le 18. Ho notato subito che c’era qualcosa che non andava. Il Presidente del Consiglio non ha concesso l’ingresso al pubblico apparentemente a causa delle restrizioni Anticovid. Tuttavia la Polizia Locale mi concede l’ingresso riconoscendo il mio ruolo di giornalista. Entro, mi siedo in silenzio ad assistere ma immediatamente Chiariello, indica alla Polizia Municipale di farmi accomodare fuori.
Nel frattempo però concedeva di fare riprese video a persone estranee al consiglio trincerandosi dietro la motivazione che gli stessi erano autorizzati in quanto avevano inviato, – sembra alle 18.16 (quindi dopo l’orario ufficiale di inizio della seduta) – una mail per l’autorizzazione. In virtù di ciò dopo l’arrivo dei carabinieri, coordinati dal capitano della compagnia di Giugliano Andrea Cortza; si giustifica dicendo che non avevo fatto regolare richiesta di accredito. E qui che esce fuori tutta l’incompetenza in materia del Presidente del Consiglio. L’autorizzazione a cui lui fa riferimento è quella relativa alla riprese video disciplinate da un apposito regolamento comunale approvato il 29 Dicembre 2015 dal consiglio comunale. Autorizzazione di cui non avevo bisogno in quanto non intenzionata a fare alcuna ripresa video integrale ma solo ad assolvere al mio ruolo di giornalista. In più Chiariello dimostra ancora un’altra deficienza. L’art.2 del regolamento che disciplina le riprese video cosi recita: “I soggetti terzi che intendono eseguire videoriprese e/o trasmissioni televisive e/o web delle sedute pubbliche del consiglio comunale dovranno, previa espressa accettazione del presente Regolamento, comunicarlo al presidente del consiglio , almeno 24 ore prima della seduta che si intende riprendere, utilizzando esclusivamente lo schema di richiesta allegato al presente Regolamento sotto la lettera A) che ne forma parte integrante“. L’autorizzazione alle riprese video dunque doveva arrivare ben 24 ore prima. Cosa che apparentemente non sembra essere accaduta. Chiariello evidentemente non conosce proprio questo regolamento. E a riprova di questa sua incompetenza, sul sito ufficiale del comune non vi è traccia delle precedenti due sedute di consiglio riprese da soggetti terzi. Cosa obbligatoria in virtù dell’articolo 4 dello stesso regolamento.
Sebbene Chiariello nelle precedenti sedute consiliari sia stato più volte richiamato dalla sua stessa coalizione politica a studiare i regolamenti per disciplinare sapientemente il consiglio comunale, ieri sera ha dimostrato di non aver fatto i compiti. Dovrebbe andare a ripetizione dal sindaco che da uomo di legge sicuramente conosce almeno l’art.21 della Costituzione e ieri sera avrebbe quantomeno dovuto intervenire per evitare alla sua amministrazione un’altra prova di incompetenza. Ma perché mi è stato vietato di assistere al consiglio? Non si trattava di una seduta segreta perché a norma del comma 2 art.35 del regolamento del consiglio comunale, ciò doveva essere precisato nell’ordine del giorno dell’adunanza. Non stavo violando alcun regolamento anticovid perché al momento pare che non ne esista alcuno ne tantomeno nell’avviso di convocazione della seduta consiliare è stata fatta menzione circa la presenza o meno del pubblico a causa della pandemia. Questo trattamento ricevuto però è avvenuto all’indomani della pubblicazione di due articoli in cui denuncio ancora una volta diversi disagi che subiscono i cittadini, invitando l’amministrazione Di Bernardo a porvi rimedio. Uno su tutti la gestione dei rifiuti. Sarà mai una coincidenza? All’ordine del giorno c’era la “Recezione della deliberazione del Consiglio Generale del Consorzio ASI n. 21 del 31/07/2019” ovvero l’autorizzazione che si da al consorzio ASI ( Area Sviluppo Industriale) all’esproprio di terreni per un ipotetico e fantomatico sviluppo industriale che sembra si risolverà in un’altra colata di cemento per una città che ormai è allo stremo. Un argomento di vitale importanza per il futuro del nostro paese su cui non tutti i componenti dell’opposizione hanno espresso il loro parere visto che erano presenti solo Giovanni Landolfo e Annachiara Faccenda.
Giovanna Scarano