Napoli – Il 26 Marzo scorso il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, nella sua consueta diretta Facebook del venerdì pomeriggio, facendo il punto della situazione pandemica generata dal Coronavirus ha presentato il “passaporto vaccinale regionale“. Una Smart Card che, come spiega lo stesso De Luca, basta appoggiare ad un qualsiasi cellulare per ottenere l’informazione di avvenuta vaccinazione direttamente dalla piattaforma digitale regionale. Il governatore ci tiene poi a ribadire che non ci sono problemi di violazione della privacy in quanto la card è provvista di microchip. Due lunghi minuti per presentare un inutile ma costosissimo doppione di quello che sarà il passaporto vaccinale europeo a cui sta già lavorando l’Unione Europea. Ai cittadini campani infatti questa carta costerà la bellezza di oltre 3 Milioni di Euro.
La SOSRESA ( SOcietà REgionale per la SAnità) con determina n. 58 del 22 Marzo 2021 ha aggiudicato “la procedura negoziata ex art. 63 comma 2 lett.c), per la conclusione di un accordo quadro con più operatori economici ex art.54 comma 4 lett.a), per la fornitura di smart card “attestato di vaccinazione” anti COVID-19 alla ditta ERMES srl” (una precedente gara era andata deserta per mancanza di offerte valide). Valore della gara 3.045.010,50 Euro per la produzione di 3,5 Milioni di carte ( 210 mila a settimana) al costo di 0.90 Euro ciascuna ( con sconto unitario di 3.333 ovvero circa 3 centesimi di euro di sconto). Una bella spesa insomma per una regione dove la pandemia ha creato enormi difficoltà alla popolazione e al tessuto sociale e commerciale. Ma perché questa carta presentata in pompa magna da De Luca è del tutto inutile? Innanzitutto perché come già detto l’Unione Europea sta già lavorando ad un proprio passaporto vaccinale e poi perché è stata utilizzata una tecnologia ( Smart Card con Microchip e tecnologia Rfid NFC) che sembra in questo caso non portare alcun valore aggiunto se non un costo in più. E questo lo si evince facilmente dal capitolato tecnico del bando di gara ( CIG n. 8663793428). In esso infatti viene descritto il tipo di Smart Card da utilizzare, le caratteristiche del microchip, del sistema operativo, i protocolli di comunicazione ecc. Dulcis in fundo si precisa che inoltre la carta deve essere munita di QR code stampato su di un lato. Ed è qui che viene fuori l’inutilità di utilizzare una Smart Card con microchip ed NFC. Ma perché? L’accoppiata microchip – NFC consente ad un moderno cellulare, proprio come dice De Luca, di appoggiare semplicemente la Smart Card ad esso, leggere i dati nel microchip e collegarsi con una piattaforma internet. La stessa cosa che facciamo quando usiamo le nostre carte di credito contactless per fare acquisti (nel caso specifico delle carte di credito però è necessario un livello di sicurezza maggiore per cui le informazioni del possessore della carta vengono memorizzate e crittografate nel chip della carta stessa e su di essa non viene stampato alcun QR Code). La stessa operazione in questo caso però è garantita dal QR Code che, da solo consentirebbe di capire se una persona è stata vaccinata o meno semplicemente inquadrandolo con un normale cellulare proprio come facciamo al ristorante, da quando c’è la pandemia; dove ci invitano ad inquadrare il rettangolino sul tavolo per visualizzare il menu. Tecnicamente quindi quella immagine consente al cellulare di collegarsi ad una determinata piattaforma internet portando con se determinati dati. In questo caso la piattaforma internet dovrebbe essere Sinfonia (Sistema Informativo Sanità Campania) e il collegamento con essa consentirebbe di capire se il possessore di quel QR Code è stato vaccinato o meno.
Dunque il microchip e la tecnologia NFC a cosa serve se viene stampato anche il QR Code? Sembrerebbe a ben poco, se non a nulla in questo caso. Bastava il solo QR Code proprio come sta facendo l’Unione Europea. La scelta di una smart card tecnologicamente avanzata sembrerebbe dunque un inutile spesa. Difatti il QR Code per ottenere l’informazione sulla vaccinazione lo si poteva stampare tranquillamente su un foglio di carta con enorme risparmio sul costo totale dell’operazione che è comunque inutile. Se lo ha fatto l’Europa lo poteva fare pure De Luca. Ma forse qualcuno nell’entourage del governatore ha agito o per mancanza di conoscenze tecniche, o perché si è affidato a qualcuno che lo ha letteralmente preso in giro proponendogli una Smart Card con microchip chissà per quale motivo. Tuttavia le costose Smart Card utilizzate da De Luca somigliano molto per tecnologia ad alcune utilizzate nel trasporto pubblico campano. Che De Luca o chi per esso stesse pensando di far utilizzare il trasporto pubblico solo ai vaccinati? Viene lecito pensare ciò perché nella stessa diretta Facebook il governatore dice che con il passaporto vaccinale della Campania si potranno “ampliare le attività pubbliche e sociali e ritornare quanto prima alla vita normale“. Il commercio ed il turismo sono allo stremo e De Luca è fuori dalla realtà se pensa che un ristoratore, il proprietario di un bar o di un B&B o di un albergo, si metta a chiedere ai clienti il passaporto vaccinale anche perché ad oggi il vaccino non è obbligatorio e al massimo chiederebbe quello europeo anche perché poi sicuramente i turisti non avrebbero quello della Campania.
Giovanna Scarano