Grumo Nevano, il pasticcio della zona ASI. Un opificio industriale dichiarato un’opera di pubblica utilità e zone agricole che diventano industriali.

Grumo Nevano, il pasticcio della zona ASI. Un opificio industriale dichiarato un’opera di pubblica utilità e zone agricole che diventano industriali.

Grumo Nevano (Na) – Il consiglio comunale di Grumo Nevano con 10 voti favorevoli e 2 contrari ( altri 5 consiglieri erano assenti) il 12 Febbraio scorso approva la delibera n. 4 proposta dall’Assessore Ciro Caso. Con questo atto l’amministrazione Di Bernardo recepisce una delibera ( la 21 del 31 Luglio 2019 ) del Consiglio Generale del Consorzio ASI ( Area Sviluppo Industriale ) di Napoli che sostanzialmente sottrae al territorio grumese un’area verde di circa 30 mila mq trasformandola da “zona agricola” in “zona a verde agricolo di rispetto industriale” e poi a “unità di localizzazione industriale“. La delibera, rappresenta sostanzialmente una variante al PRG ( piano regolatore generale, ndr) del comune di Grumo Nevano che permetterà di fatto una nuova colata di cemento. Nelle ultime settimane è stato chiesto in autotutela l’annullamento per vizio di legittimità della delibera. Firmatari della richiesta due consiglieri di opposizione; Landolfo e Faccenda. Il vizio di legittimità risiederebbe nella mancanza di una pianificazione di un ampliamento dell’Agglomerato ASI “Frattamaggiore-Arzano-Casoria” sul territorio grumese con tutto quello che ne consegue. In altre parole per i due consiglieri, il territorio grumese non rientrerebbe nel perimetro di lavoro del consorzio ASI e dunque non sarebbe legittima la trasformazione dell’area verde in area industriale. Una tesi che è stata già smentita in prima battuta dal Presidente del consorzio ASI Avv. Giuseppe Romano. Tuttavia da una più attenta lettura della documentazione viene fuori questo e ben altro che merita il giusto approfondimento.

Il consorzio ASI, ente pubblico economico che “promuove, sulla base delle linee guida fornite dal Piano d’azione per lo sviluppo economico regionale, le condizioni necessarie per la creazione e lo sviluppo di attività imprenditoriali e dei relativi servizi alle imprese” ( Art.5 Statuto Consorzio ASI) è dotato di Piano Regolatore Generale approvato con DM il 14/10/1968 che ha validità ed efficacia in 67 comuni tra cui Grumo Nevano che rientra nell’agglomerato “Frattamaggiore-Arzano-Casoria”. Ciò vuol dire che il PRG del comune di Grumo Nevano deve adeguarsi a quello dell’ASI. Il PRG comunale è stato approvato definitivamente con Decreto dell’Amministrazione Provinciale di Napoli n.80 del 17/01/2003. Nella cartografia allegata ad esso l’area oggetto di trasformazione da parte dell’ASI è compresa in una più vasta area indicata come “zona agricola“. Esisterebbe dunque un disallineamento tra PRG comunale e PRG dell’ASI. Al fine di recepire la delibera ASI andava dunque effettuata una variante. La variante proposta in giunta comunale e approvata in consiglio suddivide la “zona agricola” in due macro aree; “verde agricolo di rispetto industriale ” e “verde agricola a destinazione obbligata“. Questa suddivisione avrebbe adeguato il PRG comunale al PRG dell’ASI eliminando il disallineamento. Ma cosa prevede effettivamente il PRG dell’ASI? La situazione è abbastanza controversa. L’agglomerato “Frattamaggiore-Arzano-Casoria” è stato interessato da due varianti del PRG dell’ASI; la n. 2059 del 16.05.1979 e la 05426 del 30.05.1995. Nella cartografia allegata alla variante del 1979, fornita dal Consorzio ASI, i territori di Grumo Nevano, in particolare l’area oggetto di trasformazione in “unità di localizzazione industriale“, era già individuata come “verde agricolo di rispetto industriale ed infrastrutturale” . La cartografia della variante del 1995, fornita sempre dal Consorzio ASI invece è incompleta e a tratti illeggibile per cui non si è in grado di capire cosa sia stato modificato e se la modifica abbia interessato l’area afferente al comune di Grumo Nevano. Infine nel 2008 al “Programma per il rilancio del consorzio ASI di Napoli è allegata una cartografia (vedi il particolare nella foto di copertina) che non riporta il disallineamento tra PRG comunale e PRG dell’ASI . In particolare la zona del territorio di Grumo Nevano, ovvero quella oggetto della variante, non sembrerebbe essere indicata come “verde agricolo di rispetto industriale” e quindi in virtù dell’art. 14 delle norme di attuazione del PRT del consorzio ASI di Napoli non rientrerebbe nel suo perimetro. Come stanno effettivamente le cose? Esisteva o meno il “disallineamento e discrasia” tra PRG comunale e PRG dell’ASI come riporta la variante approvata con delibera in consiglio comunale? E se esisteva, possibile che ne gli estensori del PRG comunale, ne l’Amministrazione Provinciale in fase di approvazione dello stesso non se ne siano accorti? Come mai nel 2008 l’ASI di Napoli pubblica una cartografia differente che confermerebbe quanto riportato nel PRG comunale del 2003 rendendo inutile e illegittima la variante approvata lo scorso 12 Febbraio? Interrogativi a cui è chiamata a rispondere l’amministrazione comunale.

L’amministrazione non si è posta questi interrogativi ed ha approvato la variante sulla base del presunto “disallineamento e discrasia” tra PRG comunale e PRG dell’ASI ed ha recepito la delibera dell’ASI. Nella delibera portata in consiglio comunale si osserva che la sua approvazione è possibile a norma dell’art.6 del Regolamento Regionale n.5 del 2011 che “disciplina i procedimenti amministrativi di formazione dei piani, territoriali, urbanistici e di settore“. Lo stesso articolo 6 però al comma 4, richiamato per altro nella stessa delibera, consente ad una amministrazione comunale di adeguare il proprio strumento urbanistico soltanto se dotata di PUC vigente. In mancanza del PUC le varianti allo strumento urbanistico vigente sono consentite “esclusivamente per la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico“. Il comune di Grumo Nevano non avendo ancora approvato il PUC poteva approvare la variante al PRG trasformando una zona agricola” in “unità di localizzazione industrialesoltanto se su quella zona è previsto la realizzazione di un’opera pubblica o di interesse pubblico. Sul BURC ( Bollettino Ufficiale della Regione Campania) n.134 del 29 Giugno 2020, quindi ben 8 mesi prima dell’approvazione della variante al PRG e della conseguente recezione della delibera ASI, sono stati pubblicati alcuni decreti di esproprio effettuati dall’ASI proprio sulle zone oggetto della variante. Nei decreti si specifica che gli espropri vengono effettuati tra l’altro per due motivi

  • il decreto dirigenziale n. 44 del 02.12.2019 con il quale è stato approvato il progetto per la realizzazione
    di un opificio industriale, denominato VEGA 27A e VEGA 27B, da parte della società Marican Heritage 2
    s.r.l
    .;
  • l’art. 12, comma 1, del D.P.R. 327 del 08 giugno 2001 in base al quale l’approvazione del progetto
    definitivo di un’opera pubblica o di pubblica utilità comporta la dichiarazione di pubblica utilità;

I terreni dunque sono stati espropriati in virtù del fatto che è stato presentato un progetto per la realizzazione di un opificio industriale e che lo stesso sia stato dichiarato “un’opera pubblica o di pubblica utilità” il che ha comportato “la dichiarazione di pubblica utilità”. Il cerchio a questo punto si chiude. All’ASI viene presentato un progetto per la realizzazione di un opificio industriale da realizzarsi su zone dichiarate “verde agricolo di rispetto industriale“. L’ASI per consentire l’opera approva una variante planimetrica di destinazione urbanistica che trasforma una zona “verde agricolo di rispetto industriale” a “unità di localizzazione industriale“. L’amministrazione comunale approva la variante al PRG e recepisce la delibera ASI in virtù del progetto dell’opificio industriale dichiarato “un’opera pubblica o di pubblica utilità”. La prefettura di Roma in data 13/06/2008 chiarisce che una dichiarazione di pubblica utilità è un atto “con cui la pubblica amministrazione dichiara che un’opera che deve essere costruita (per esempio un ospedale, una strada) è utile ai cittadini“. Un opificio industriale può essere dichiarato “un’opera pubblica o di pubblica utilità“? Un opificio industriale di un soggetto privato è un’opera utile ai cittadini? In che misura? Ad oggi per alcuni espropri effettuati dall’ASI i rispettivi proprietari hanno fatto opposizione dinanzi al TAR e pare abbiano ottenuto una sospensiva.

La stessa Marican Heritage 2 s.r.l. il 07.08.2020 presentò presso l’UTC di Grumo Nevano un permesso a costruire per la realizzazione di un’altra opera ovvero di un’area destinata a parcheggio denominata VEGA27. Permesso che le fu negato in quanto i territori interessati risultavano ancora “zone agricole”. Al diniego Marican Heritage 2 s.r.l, si oppose avvalendosi di un parere del Prof. Avv. Felice Laudadio.

Ma perché l’amministrazione Di Bernardo ha semplicemente recepito la delibera dell’ASI con tutto quello che ne è conseguito e che ne conseguirà senza opporsi? Difatti il consorzio ASI ha effettuato la variante planimetrica di destinazione urbanistica trasformando una zona di “verde agricolo di rispetto industriale” a “unità di localizzazione industriale” semplicemente sulla base di un parere “pro veritate” formulato si da un luminare della materia, ovvero ancora una volta lo stesso Prof. Avv. Felice Laudadio, ma pur sempre un semplice parere di parte. Il sindaco Di Bernardo, la giunta comunale e i consiglieri di maggioranza che hanno approvato senza batter ciglio la delibera in consiglio comunale hanno approfondito la questione? Sono in grado di dare delle risposte alla città in merito a tutti questi interrogativi? Il 12 Febbraio 2021 ero andata in consiglio comunale perché volevo assistere al dibattito in merito, che non ci fu, ma non mi fu consentito accedere all’aula consiliare per motivi ad oggi ancora non chiariti.

Giovanna Scarano

Le Fonti:

  • Consorzio Asi di Napoli
  • Comune di Grumo Nevano (Na)
  • BURC ( Bollettino Ufficiale Regione Campania)