Caivano (Na) – Dopo un’elaborata attività investigativa durata tre anni, dalle prime luci dell’alba i carabinieri del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna, hanno dato esecuzione a ben 49 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia. Ad essere messo in ginocchio è stato il sodalizio criminale Ciccarelli – Sautto, operante nel Parco Verde, e non solo. I destinatari delle misure cautelari sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, reati aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose. Le indagini hanno permesso di accertare una imponente piazza di spaccio, suddivisa in ben 14 “punti vendita” alcune operanti quali diretta estrinsecazione del clan Sautto – Ciccarelli, altre invece operavano in una sorta di falsa autonomia. I capi piazza, non legati direttamente al clan Sautto – Ciccarelli avevano tre possibilità per spacciare liberamente. Rifornirsi dello stupefacente direttamente dal clan, impegnarsi al pagamento di un canone mensile, così come faceva Pasquale Fucito, uno dei capi piazza, che versava la quota mensile di 60 mila euro al capoclan Nicola Sautto oppure, infine detenere il controllo di una piazza di spaccio versando al capoclan una percentuale del ricavato sulla vendita dello stupefacente. La piazza di spaccio di Caivano è una delle più imponenti, attiva 24 ore su 24, dove è possibile trovare qualsiasi tipo di stupefacente. E’ stata definita dagli inquirenti uno dei più grossi mercati a cielo aperto di stupefacenti dell’Europa occidentale. Questa operazione segue un’altra in cui finirono nelle maglie della giustizia i capiclan Nicola Sautto e Gennaro Sautto, quest’ultimo tratto in arresto dopo un lungo periodo di latitanza. A seguito di ciò, iniziarono a collaborare con la giustizia diversi affiliati tra cui Vincenzo Iorio detto “o bing” braccio destro di Genny e Nicola Sautto. Questa collaborazione ha dato la possibilità di approfondire i risultati delle attività d’indagine operate dalla polizia giudiziaria fino al 2018 circa, permettendo inoltre di ampliare le risultanze investigative fino all’Aprile del 2020. I collaboratori di giustizia hanno dichiarato di aver avuto in carcere un cellullare, attraverso il quale continuavano a controllare l’attività di spaccio nelle varie piazze con gli affiliati liberi. Anche gli stessi capiclan, riuscivano ad avere contezza e a gestire il tutto seppur rinchiusi in carcere sempre grazie all’utilizzo di telefoni cellulari. Tale dichiarazione è stata poi effettivamente riscontrata a seguito di perquisizioni, dove sono stati rinvenuti e sequestrati i telefoni cellulari. Il clan aveva come introiti dalla gestione dello spaccio un quantitativo di denaro enorme. Dall’attività investigativa è emerso inoltre come Nicola Sautto avesse messo in campo la sua capacità di appianare e mantenere buoni rapporti con tutti, anche con Massimo Gallo, rivale di Antonio Ciccarelli. L’astio di Gallo verso Ciccarelli era talmente forte che nel 2013 un affiliato di Gallo, Carlo Oliva ebbe come compito di uccidere Ciccarelli, e per portare a termine il lavoro dovette appostarsi per diversi giorni in una scuola media di Caivano armato di kalashnikov. Per la buona riuscita dell’operazione fu stipulato un accordo con alcuni soggetti dei Vanella – Grassi come i Leonardi che in cambio avrebbero ricevuto supporto in agguati ad esponenti degli scissionisti.
Unico scopo di Nicola Sautto era quello di avere maggiori introiti possibili. Aveva cercato pertanto un equilibrio, permettendo a Massimo Gallo di spacciare nei paesi limitrofi come Marcianise, Maddaloni; mentre a Fucito gli riforniva la droga in tutte le piazze di spaccio di Caivano dietro pagamento della somma di 60 mila euro che doveva comunque cedere indipendentemente da quelli che erano gli introiti. Dall’ordinanza emerge infatti la problematica di alcuni capi piazza tra cui ad esempio Antonio Cocci, uno degli affiliati di punta di Antonio Ciccarelli, perché dovendo rifornirsi obbligatoriamente da Nicola Sautto, pagando 36mila euro al chilo la cocaina, aveva maturato un debito nei confronti del ras. Debito che doveva comunque pagare nonostante le evidenti difficoltà dovute agli arresti effettuati dalla polizia giudiziaria. Questi particolari, emersi grazie alle intercettazioni, hanno dato la possibilità di capire a fondo il personaggio di Nicola Sautto, che incuteva timore anche ai suoi stessi affiliati i quali, seppure in difficoltà economiche, sapevano che dovevano pagare. L’acquisto dello stupefacente dal clan Sautto – Ciccarelli o il versamento della quota mensile da parte dei titolari delle piazze di spaccio, era un modo per garantirsi la protezione da parte del clan, che agiva da giustiziere e da giudice risolvendo i conflitti, mantenendo degli equilibri anche tra le varie piazze di spaccio stabilendo così sia gli orari sia il tipo di stupefacente spacciare.
E’ emerso inoltre che le varie attività di spaccio erano gestite da intere famiglie che traevano sostentamento dall’attività, e a loro volta inevitabilmente aumentavano il prestigio criminale del clan Sautto sul territorio. Di fatto tutti avevano un unico fine comune illecito che era quello di consolidare il Parco Verde di Caivano come piazza di spaccio di riferimento non solo a livello provinciale ma nazionale. Dalle intercettazioni è emerso come Nicola Sautto esercitasse la giurisdizione camorristica non solo sulle attività criminali all’interno del Parco Verde, ossia quelle poste in essere sul territorio di sua competenza, ma anche sulle attività criminali poste in essere da persone residenti a Caivano ma la cui attività delittuosa avveniva in altro luogo. Grazie all’incessante lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, è emerso come nel Parco Verde, l’attività di spaccio di stupefacente e le attività illecite in genere sono vissute come regola primaria anche a discapito dei cittadini.
Giovanna Scarano
DESTINATARI DELLA MISURA CAUTELARE DELLA CUSTODIA IN CARCERE:
- COCCI ANTONIO, CLASSE 1984,
- COSTANZO SALVATORE, CLASSE 1995,
- FUCITO PASQUALE, DETTO “O MARZIANO”, CLASSE 1982,
- IUORIO CRISTOFARO,CLASSE 1980,
- LUCARELLI CARMINE, CLASSE 1975,
- NICOLETTI LUIGI, CLASSE 1992,
- RUSSO EMILIO, CLASSE 1990,
- RUSSO MARIO, CLASSE 1983,
- SAUTTO NICOLA, CLASSE 1970, CAPO DELL’OMONIMO CLAN,
- AMATO MARCO, CLASSE 1994,
- CHIACCHIO ANDREA, CLASSE 1985,
- COCCI RAFFAELE, CLASSE 1981,
- ESPOSITO PIETRO, CLASSE 1967,
- LIGUORI ANTONIO, CLASSE 1998,
- OLIVIERO ANTONELLA, CLASSE 1975,
- RECANO ANTONIO, CLASSE 1996,
- COTRONEO PASQUALE, DETTO “O MUTILL”, CLASSE 1993,
- FIAMMINGO SALVATORE, CLASSE 1975,
- ANATRIELLO NICOLA, CLASSE 1982,
- ANDREOZZI ANTONIO, DETTO “O MOCHINO”, CLASSE 1985,
- BUONAVOLONTA’ CARMINE, CLASSE 1985,
- CARUSO PASQUALE, CLASSE 1988,
- CRISPINO ALESSANDRO, CLASSE 1994,
- CUOMO CIRO, CLASSE 1983,
- DI BARTOLO NATASCIA, CLASSE 1988,
- DI LAORA DOMENICO, CLASSE 1997,
- DONATIELLO FRANCESCA, CLASSE 1984,
- IULIO MICHELE, CLASSE 1985,
- FIORILLO DOMENICO, CLASSE 1998,
- FIORILLO IDA, CLASSE 1993,
- GELATO GIUSEPPE, DETTO “GEPPINO”, CLASSE 1974,
- IACCARINO CIRO, DETTO “SANDOKAN”, CLASSE 1972,
- IACCARINO DOMENICO, CLASSE 1990,
- IORIO FRANCESCO, CLASSE 1967,
- PEREZ LUIGI, CLASSE 1983,
- PEREZ VINCENZO, CLASSE 1985,
- PIGNETTI ANTONIO, CLASSE 2000,
- RUGGIANO ANTONIETTA, CLASSE 1955,
- RUSSO ANTONIO, CLASSE 1984,
- SALVATI MARIO, CLASSE 1976,
- SCARAGLIA SALVATORE, CLASSE 1984,
- VASAPOLLO ANTIMO ROLANDO, CLASSE 1957,
- VASAPOLLO MARCO, CLASSE 1982,
- D’ANGELO RAFFAELE, CLASSE 1990,
- DI MARTINO GENNARO, CLASSE 1992,
- OLIVIERO ANDREA, CLASSE 1974,
DESTINATARI DELLA MISURA CAUTELARE DEGLI ARRESTI DOMICILIARI:
47. IACCARINO CARMINE, CLASSE 1939,
DESTINATARI DELLA MISURA CAUTELARE DEL DIVIETO DI DIMORA NELLE PROVINCE DI NAPOLI E CASERTA:
48. AUSANIO ANTONIO, CLASSE 1989,
49. SERINO GIUSEPPE, CLASSE 1982.