Napoli – In Campania vi sono strutture ospedaliere all’avanguardia, con medici e specialisti di alto livello ma non per questo la sanità è di certo il fiore all’occhiello per la Regione. Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una cittadina di Grumo Nevano (Napoli), vittima di malasanità.
“Sono amareggiata per quanto mi è successo, sono delusa profondamente ed ho deciso di scrivere questa lettera perché sebbene chi governa la nostra regione non si sentirà minimamente scalfito e non muoverà un dito per migliorare la situazione, spero invece che possa essere d’aiuto a chi vive la mia stessa situazione.
Diversi anni fa ho iniziato a stare male ed a seguito di uno screening generale ho scoperto di avere uno scompenso renale. Da lì c’è stato un susseguirsi di ricoveri e visite mediche in quasi tutti gli ospedali di Napoli. Ricoveri che sono durati anche 20 giorni, con la speranza di essere sottoposta ad analisi e ricerche più approfondite, tipo biopsia, ecc, che però non mi sono state mai effettuate. Ebbene, ogni volta i medici mi dimettevano promettendomi che poi mi avrebbero richiamata per controlli più approfonditi. Ma la situazione non cambiava, io stavo sempre male, le analisi del sangue che facevo evidenziavano degli scompensi, ma nessun medico riusciva a capire cosa mi causasse tutto ciò. Un giorno, accompagnando mio marito presso un ospedale di Roma raccontai al medico la mia “peregrinatio” presso gli ospedali partenopei. Il medico subito mi mise in contatto con uno specialista romano. Quest’ultimo dopo un’attenta analisi della situazione mi prescrive due esami, Anti – CCP e PLA2R. Esami, complementari l’uno per l’altro, che avrei dovuto fare con un semplice prelievo di sangue. Ebbene, ritornata a Napoli mi reco dal mio medico curante il quale mi prescrive gli esami, dopodiché mi rivolgo ad un primo centro privato il quale mi dice che non effettua questo tipo di esame. Così la mia ricerca prosegue, e contatto uno dei centri più rinomati e all’avanguardia di Napoli. Telefonicamente mi dicono che è possibile effettuare questo prelievo e mi danno appuntamento per l’indomani mattina, ma quando mi reco in struttura, mi dicono che non è possibile. Così decido di fare un tentativo presso le strutture ospedaliere del capoluogo campano. Ma un’amara sorpresa mi attendeva dietro l’angolo. Ben quattro ospedali, l’ultimo dei quali, era quello dove tra l’altro sono stata ricoverata in attesa di una biopsia ( che se fatta al tempo dovuto mi avrebbe evitato forse un inutile calvario alla ricerca della causa dei miei mali) mai arrivata; dapprima mi dicono che era possibile farlo poi quando mi presento all’appuntamento mi dicono che non è più possibile. A quel punto mi sono sentita presa in giro per l’ennesima volta. Come è possibile che sia strutture private che pubbliche non sono in grado di fare degli esami che invece al telefono avevano detto di poter effettuare? Nessun centro medico e nessun ospedale della Campania è stato in grado di farmi quel tipo di esami! Per poterli effettuare, ovviamente a pagamento, mi sono recata nuovamente a Roma, sostenendo non solo il costo della prestazione medica che supera i 100 euro, ma anche il viaggio. Fortunatamente l’esito degli esami non ha rivelato nulla di grave, ma almeno il medico ha un quadro clinico completo. Questa mia testimonianza spero possa aiutare altre persone che purtroppo come me sono vittime di continui crocevia presso strutture mediche della Campania, sia private che pubbliche. Se solo fin dall’inizio mi avessero detto che quel tipo di esami non avrei mai potuto farli in Campania, non avrei perso tanto altro tempo, facendo peggiorare, inutilmente; il mio quadro clinico. La prevenzione unita ad interventi rapidi e nei tempi giusti aiuta tantissimo, ed io oggi ringrazio i medici dell’ospedale di Roma per avermi accompagnato in questo lungo e tortuoso percorso“.
Giovanna Scarano