Marano – Nascondeva un vero tesoro in soldi e droga. Piu di settecento mila euro e settanatasei kg di cocaina purissima sono stati sequestrati dai carabinieri del nucleo investigativo a Stefano Brutto, un 43enne di Marano, volto già noto alle forze dell’ordine ed ufficialmente noleggiatore di imbarcazioni. I militari dell’arma nel corso di indagini hanno seguito i movimenti dell’uomo mentre si aggirava con atteggiamento sospetto nella cittadina di Marano e, avuto sentore che avesse in atto qualche affare illecito da nascondere, l’hanno bloccato nei pressi della sua abitazione. Durante una prima perquisizione personale operata sul posto il 43enne e’ stato trovato in possesso di oltre 20.500 euro in denaro contante che portava occultati nel sottosella del suo scooter, somma della quale non ha saputo o potuto giustificare la provenienza. Dalla scoperta sono scattate una serie di operazioni a cascata, nel corso delle quali e’ stato perquisito il domicilio e alcuni locali nella sua disponibilità. La perquisizione nel domicilio di via Vallesana ha portato al rinvenimento e sequestro sopra un armadio della incredibile somma di circa 700.000 euro in denaro contante, somma che era stata accuratamente, quasi maniacalmente, suddivisa in mazzette e infilata in buste di plastica termosigillate in modo da diminuirne il volume.I carabinieri quindi hanno voluto vederci chiaro e continuando la perquisizione in un box auto di cui il Brutto ne possedeva le chiavi senza esserne l’affittuario, hanno rinvenuto 76 panetti da un chilogrammo l’uno di cocaina purissima. I panetti erano avvolti in cellophane e l’intero carico era tenuto in 4 valige ben occultate. Insieme alla droga sono stati rinvenuti 2 apparati gps per la localizzazione satellitare. Gli inquirenti ritengono che la droga, purissima e che avrebbe portato all’immissione di alcune centinaia migliaia di dosi, fosse destinata a “piazze di spaccio” di Napoli e di altre province. Un colpo durissimo che ha bloccato un giro per milioni di euro. Dopo le formalità di rito l’arrestato e’ stato tradotto nel carcere di Secondigliano.
Francesca Del Prete
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