Del gruppo faceva parte anche dei ragazzi incensurati provenienti da famiglie per bene. Pianificavano ogni cosa mediante cellulari e social networks, compiendo anche trasferte per la vendita dello stupefacente.
Sorrento – A seguito di un’ accurata indagine denominata “Lucignolo”, nelle prime ore della mattinata odierna i carabinieri di Sorrento hanno eseguito 13 ordinanze cautelari di cui 4 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 6 di obbligo di dimora nel comune di residenza, emesse dal g.i.p. del tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti di giovani ritenuti responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti come cocaina, eroina, hashish e marjuana, nonché metadone. Le portedel carcere si sono spalancate per: Alessandro Scafi di 32 anni e Giuliano Cosentino di 38 anni, entrambi di Sorrento;Pasquale Mariniselo 59enne di Pomigliano D’Arco e Antonino Cesarino 28enne di vico Equense. Agli arresti domiciliari invece sono finiti Valentino Rolla di 26anni, Massimo Casa di 38 anni, entrambi di Piano di Sorrento; nonché Antonio Carotenuto 37enne di Sant’Agnello. Destinatari dell’obbligo di dimora nel comune di residenza sono Salvatore Verdolino 32enne di Meta di Sorrento, Ornella Maione di 34 anni e Loredana Silvestri di 22 anni entrambe di Sant’Agnello, Pietro Miccio 33enne di Massa Lubrense, Khadim Seyeseneglese 29enne domiciliato a Vico Equense e Carlo Cassandra di 22 anni di Piano di Sorrento. L’attività, avviata con il monitoraggio dei movimenti di alcuni spacciatori già’ noti, ha portato all’individuazione del gruppo di giovani incensurati dedito allo spaccio in tutta la penisola sorrentina, tutti provenienti da famiglie non appartenenti al mondo della mala vita. Secondo quanto emerso dalle indagini, i giovani pusher, ognuno operativo per proprio conto e senza una vera piazza di spaccio, avevano tra loro uno scambio informativo e di supporto reciproco in termini di suggerimenti su convenienza di prezzi, qualità’ della droga e precauzioni per sfuggire ai controlli. Grazie ai contatti tra loro che avvenivano mediante i telefoni cellullari ed i social networks decidevano quanto e quale stupefacente comprare, a volte anche accettando ordinazioni oppure acquistando preventivamente le dosi da smerciare nel giro di amicizie o a contatti occasionali. I giovani pusher raccoglievano anticipatamente dai clienti il denaro per lo stupefacente ed organizzavano le trasferte verso le piazze di spaccio di Napoli e del vesuviano con auto, scooter o circumvesuviana avvalendosi anche della figura dei “pali” lungo i percorsi di rientro sulla ss45 sorrentina.Mentre, presso le stazioni della circumvesuviana stabilivano i luoghi d’incontro e le modalità’ di cessione della droga. Numerosi sono stati i riscontri operati dai militari dell’Arma impegnati costantemente in attività’ di pedinamento, osservazione e controllo che hanno consentito di monitorare in tempo reale le cessioni
Redazione
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