Napoli – Dopo dieci anni dall’omicidio di Carmine Pesce, affiliato di spicco del clan Marfella avvenuto nel Febbraio del 2004, i carabinieri del nucleo investigativo di Napoli hanno dato esecuzione a Napoli, a Giugliano in Campania, a Casoria e a Lecce, ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia a carico di 6 indagati appartenenti al clan Varriale – Mele. Tra i destinatari di tale provvedimento restrittivo, figurano Antonio Varriale, già ristretto per altra causa e capo dell’omonimo clan operante nel quartiere di Pianura, suo cognato Ciro Cella, nonchè Giuseppe Mele, promotore ed organizzatore della omonima compagine malavitosa, che si è scissa dall’originario clan di appartenenza denominato “Marfella”, anch’esso attivo nella nell’area occidentale del capoluogo campano, protagonista tra il mese di Aprile e Agosto dello scorso anno della sanguinosa faida nei confronti dell’ avversa fazione, capeggiata da suo cugino Pasquale Pesce, 39enne del posto. Tra gli arrestati figura anche Prisco Castiglione, già condannato in quanto affiliato al clan “Marfella” ed attualmente sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. I primi scontri delle famiglia Pesce e Mele risalgono alle fine dell’ anno 2003, generati da motivazioni di carattere economico e che hanno avuto il loro epilogo proprio nell’ omicidio di Carmine Pesce. L’indagine, condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea dall’agosto 2009 al mese di giugno 2010 é suffragata da dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia riconducibili a cartelli camorristici presenti nel capoluogo campano, ha consentito di accertare i responsabili, tra cui anche il capoclan Antonio Varriale, dell’omicidio di Carmine Pesce, affiliato al Clan dei “Pesce – Marfella” e nello specifico fratello dell’attuale reggente Pasquale Pesce. Nel corso dell’azione investigativa è stato oltresì possibile individuare il ruolo di ognuno dei componenti della fazione camorristica, e documentare la “scissione”, avvenuta a partire dall’anno 2004 all’interno delclan Marfella tra le famiglie malavitose, fra loro strettamente imparentate, dei Pesce e dei Mele. Gli indagati già detenuti si trovano ristretti in diverse località, nello specifico Catanzaro, Viterbo e Secondigliano, mentre il sorvegliato speciale stava scontando la misura di prevenzione gravata dall’obbligo di permanenza in casa nel comune di Lecce.
Giovanna Scarano
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