Casandrino (NA) – Lavoratori a nero scoperti in un opificio nell’hinterland a nord di Napoli. Privi di norme igieniche e delle leggi in materia di sicurezza, in provincia di Napoli l’ennesimo opificio è stato posto sotto sequestro. I carabinieri della stazione di Grumo Nevano hanno scoperto l’ennesimo posto degli orrori dove in totale vi lavoravano 12 lavoratori di cui 9 a nero. L’opificio posto sotto sequestro si trova in via Padre Cherubino Caiazzo, ed al termine dei controlli i militari dell’Arma hanno denunciato il titolare un 32enne del bangladesh residente a Casandrino, ritenuto responsabile di plurime violazioni alle leggi a tutela dell’igiene e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Al titolare sono state comminate sanzioni penali per 343.705 euro e sanzioni amministrative per 41.550 euro, con il sequestro di 24 macchine tra cucitrici elettriche, taglia e cuci, taglia tessuto e piegatrici, nonché 2 stiratrici a pressa, un compressore e 3 assi da stiro. Il locale posto sotto sequestro è di circa 150 mq, mentre l’attività è stata sospesa. Sono mesi ormai che non si fa altro che denunciare questo tipo di attività losche e subdole presenti nei territori a nord di Napoli, basta camminare per le strade dei comuni come Grumo Nevano, Casandrino e Sant’Antimo la mattina presto e la sera dalle 19 in poi, per rendersi conto che qualcosa non va. Flotte di extracomunitari che si disperdono nei vicoli fino a scomparire intrufolandosi in bugigattoli o scantinati e uscirne nuovamente solo dopo 12 ore di lavoro, quando tutto va bene. E’ una realtà sotto gli occhi di tutti, denunciata più volte ma nessuna istituzione fino ad ora ha mai cercato di fare anche un minimo passo per scardinare il sistema del lavoro sommerso.
Giovanna Scarano
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