Grumo Nevano (NA) – Ritorna l’incubo del rudere in via Enrico Toti. Un ammasso di pietre pericolanti da anni, ormai in continuo decadimento che di tanto in tanto da segni di cedimento ma che il comune ritarda ad abbattere. Qualche giorno fa l’ennesimo episodio. Un’altra implosione partita del secondo piano che ha fatto crollare i solai al suo interno danneggiando anche un locale adibito a garage al piano terra. Ebbene visto che quel rudere è in condizioni fatiscenti da anni, e ogni tanto accorrono i caschi gialli per transennare la strada per la caduta di pietre, perché il comune non si decide a fare qualcosa? La domanda, come direbbe un noto giornalista, sorge spontanea poiché è del 7 dicembre 2011 un documento rilasciato dal IV settore del comune di Grumo Nevano, indirizzato a tutti i proprietari dell’immobile, nel quale si legge che a seguito di un sopralluogo eseguito il 5 dicembre del 2011, L’Ente comunica “L’inizio del procedimento preordinato alla esecuzione di Opere in Danno a carico di tutti proprietari dello stabile, necessarie per la messa in sicurezza del fabbricato atte a garantire la Pubblica e Privata Incolumità, determinate dall’U.T.C. ed ammontanti ad euro 23.352,96 Iva compresa”. Eppure dal 2011 fino a qualche giorno fa, quando si sono accartocciati i solai, il comune non ha fatto nulla. Già nel 2009, quindi 2 anni prima del documento stilato dal comune, uno dei proprietari, il Sig. Giovanni Cimmino, cosciente della pericolosità che quel palazzo, già allora come oggi, rappresentasse per la pubblica incolumità, chiese all’Ente l’abbattimento del rudere assumendosi anche l’onere di pagare tutte le spese di tasca sua, visto che con gli altri proprietari non si giungeva ad un accordo. Ma allora, come oggi pare che l’abbattimento di quel palazzo non sia una soluzione gradita.
Nel frattempo Cimmino ha provveduto ad avvisare ed aggiornare negli anni la Procura della Repubblica di quanto sta avvenendo. Nelle mani della Procura ci sono dunque documenti nei quali si evidenza lo stato dei fatti, corredati da denunce e perizie di esperti. Ad oggi la situazione è molto complessa ed ingarbugliata. Sembra che oltre Cimmino nessuno voglia l’abbattimento di quel palazzo e men che meno il comune. Ciò è dimostrato anche dal fatto che all’interno del rudere, ossia al piano terra lato strada, vi è addirittura un garage con tanto di Passo Carrabile rilasciato dal comune di Grumo Nevano. Impossibile non chiedersi come mai sia stato possibile che il comando vigili abbia rilasciato un’autorizzazione del genere, quando lo stato dell’immobile sito al civico 47 è conosciuto a tutti come pericolante da oltre trent’anni, ossia dal 1980 quando l’allora sindaco ordinò lo sgombero essendoci una seria minaccia di crollo. Perché non si vuole porre rimedio alla situazione? Potrebbe trattarsi dell’ennesimo caso di speculazione edilizia? E’ possibile che non ci sia la volontà di abbattere quel palazzo perché qualche ‘imprenditore’ locale ha messo gli occhi sul rudere e stia cercando di comprarlo sottobanco per pochi euro per poi richiedere una licenza di abbattimento e ricostruzione e usufruire anche del beneficio di un aumento di volumetria del 20% cosi come prescrive la legge regionale? E possibile che si stia cercando il mezzo per costruire decine di appartamenti da rivendere sul mercanto a non meno di 280 mila euro? Non sarebbe di certo una novità a Grumo Nevano. Una cosa è certa, il Sig. Giovanni Cimmino chiede a gran voce di abbattere il rudere e spera che il comune possa imporre la propria autorità sugli altri proprietari, o su chi eventualmente ha messo gli occhi “sull’ennesimo” affare con il solo scopo di evitare danni alle abitazioni limitrofe e soprattutto per evitare che qualcuno possa rimanere vittima della scelleratezza altrui. Transennare la strada infatti non è la soluzione. Se quel palazzo cede potrebbero esserci seri danni non solo alle abitazioni circostanti ma potrebbe addirittura perdere la vita qualche passante o residente. Il comune deve abbattere quel palazzo immediatamente.
Giovanna Scarano
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