Napoli – Il 3 e il 4 febbraio, il palcoscenico del NEST-Napoli Est Teatro accoglie lo spettacolo Il Corpo Giusto, presentato in prima nazionale al Teatro dell’Orologio nell’ottobre del 2016. Un vero e proprio affresco del complesso e variegato universo femminile, scritto dalla drammaturga statunitense Eve Ensler e diretto da Marcello Cotugno, nel quale si esprimono con ironia le voci di tutte quelle donne in cerca di una nuova consapevolezza. L’autrice de I monologhi della vagina ci conduce di nuovo nel mondo femminile proclamando “abbiate il coraggio di AMARE IL VOSTRO CORPO, SMETTETE DI AGGIUSTARLO. Non è mai stato rotto”. Che si tratti dell’ansia di perfezione che ossessiona la visione della propria immagine o di ribellione a consuetudini sociali che negano diritti e libertà al genere femminile, il corpo è strumento ed espressione sintomatica di pregiudizi e distanze sociali e psicologiche che opprimono la sfera femminile. Il testo esprime con ironia le voci di tutte quelle donne in cerca di una nuova consapevolezza. Che si tratti dell’ansia di perfezione che ossessiona la visione della propria immagine o di ribellione a consuetudini sociali che negano diritti e libertà al genere femminile, il corpo è strumento ed espressione sintomatica di pregiudizi e distanze sociali e psicologiche che opprimono la sfera femminile. Nel caleidoscopio di situazioni in scena il testo prende corpo in molteplici declinazioni: dall’autrice/personaggio che accompagna in prima persona il fluire del testo, fino alle donne dal volto negato dal regime Taliban nascoste al buio di una cantina per consumare un gelato proibito, passando per la modella ossessionata dalla propria immagine al punto da sposare un chirurgo plastico e fungere da cavia per i suoi esperimenti di eterno remake, o per la ragazza portoricana ossessionata dalla sua taglia forte. Marcello Cotugno dirige questo progetto prodotto da KHORA.teatro, mettendo in scena un testo con un’anima femminile così intensa è un confronto stimolante e minaccioso. “Di fronte alla paura di non essere “giusto” ho scelto di sentirmi libero” annota il regista. “Pochissimi dialoghi, nessuna didascalia. Tutta l’azione è lasciata alla recitazione/racconto, da literary drama, dove è la stessa espressività delle attrici a suggerire una scrittura scenica, o meglio una partitura a schema libero, con una serie di luoghi deputati dove svolgere le azioni.” Tre poliedriche interpreti, Elisabetta De Vito, Federica Carruba Toscano, Rachele Minelli, si muovono su una scena semplice, ideata da Giulio Villaggio, illuminata dalle luci taglienti e scolpite curate da Stefano De Vito. Pochi elementi lasciati lì a ricreare spaccati minimali di vita. Una colonna sonora, curata dallo stesso Marcello Cotugno, che va dall’elettronica minimale di Emptyset al NU Jazz di Taxi Wars, per finire alle note post-neoclassiche di Johann Johannson e Max Richter. Infine, la ricerca iconografica di Irene Alison per le proiezioni, punta a evidenziare il ruolo fondamentale giocato dai magazine femminili e dalla pubblicità, fin dagli anni ’50, nel plasmare l’immaginario delle donne e nell’orientarne e definirne l’identità e le aspettative anche in relazione al proprio corpo.
Redazione
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