Caserta – Ordinò l’omicidio di Raffaele Lubrano alias “lello”, dopo 18 anni Francesco Schiavone detto “Cicciariello” (nella foto) è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare. Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti del cugino del noto Francesco Schiavone detto anche “Sandokan”. “Cicciariello”, già detenuto presso la Casa Circondariale di Novara; è ritenuto dagli inquirenti il mandante dell’omicidio (aggravato dal metodo mafioso) di Raffaele Lubrano figlio del capo clan Vincenzo, avvenuto a Pignataro Maggiore il 14 novembre 2002. La vittima dopo aver lasciato la sua azienda, mentre era a bordo della propria autovettura fu raggiunto ed affiancato dai killer che iniziarono ad esplodergli contro una serie di colpi d’arma da fuoco. Lubrano, nel disperato tentativo di sottrarsi all’azione di fuoco, riuscì ad invertire la marcia, e cercò di scappare verso il centro abitato dove fu raggiunto ed ucciso dai killer. Gli autori dell’efferato delitto dirigendosi poi verso il comune di Pastorano, abbandonarono e poi bruciarono l’Alfa Romeo utilizzata per commettere l’omicidio – che risultò essere rubata – in località Arianova.
L’omicidio è da inquadrare nella guerra di camorra tra il clan dei casalesi e quello locale dei Lubrano-Ligato per la supremazia sul territorio di Pignataro Maggiore. Gli interessi criminali dei due sodalizi avevano originato molte divergenze alle quali erano poi seguite tregue strategiche durante le quali la fazione casalese era riuscita ad imporre le proprie regole.
La misura cautelare è stata emessa al termine di una mirata attività d’indagine e di riscontro, avviata nel 2019, che ha consentito di accertare il coinvolgimento di “Cicciariello” nell’omicidio di Lubrano. In particolare gli inquirenti hanno provveduto a connettere le numerose e convergenti dichiarazioni rese da importanti e qualificati collaboratori di giustizia con le risultanze acquisite in occasione delle investigazioni svolte nell’immediatezza dell’omicidio, che hanno condotto alla recente condanna di Vincenzo Schiavone ‘o Petillo per il medesimo fatto.
Giovanna Scarano