Grumo Nevano ( Na) – “La compassione e il potere non possono convivere” recitava Niccolò Machiavelli. Il primo cittadino Gaetano Di Bernardo dovrebbe saperlo bene. Dovrebbe avere l’onestà intellettuale di mettere fine a quest’ennesimo scempio politico che si sta vivendo nel nostro paese. Due mandati, quelli del sindaco Di Bernardo, il primo terminato dopo sei mesi, il secondo che va avanti da due anni solo e soltanto grazie a continue scariche elettriche salvavita per rianimare quello che d’altronde è sempre stata un’amministrazione priva di vita. Un morto che cammina, così si potrebbe definire questa amministrazione sostenuta e fatta andare avanti dai vari “politici” di turno eletti da grumesi speranzosi e fiduciosi nel cambiamento tanto sbandierato ai quattro venti. Cambiamento promesso e spergiurato ai cittadini, ma che ad oggi non è arrivato.
Ci ritroviamo in un paese che oggettivamente è un paese fantasma, privo di qualsiasi servizio essenziale, privo di strade percorribili, di scuole funzionanti, di luoghi ludico – ricreativi per anziani, per i giovani, privo di un piano commerciale per lo sviluppo del territorio. Abbiamo un paese dove ognuno la mattina si sveglia e fa ciò che vuole, dove noi cittadini siamo costretti a pagare la Tari manco stessimo pagando l’oro. Viviamo in un paese dove ci sono state promesse strade a suon di “tra pochi giorni”, dove il varco per accedere alla stazione ferroviaria di Frattamaggiore sembrava essere già realtà, dove le scuole sembravano essere il vero punto di partenza, dove il bene per il verde pubblico è strettamente confinato al campo sportivo ed alla villetta adiacente, mentre tutto il resto non conta; dove i proclami hanno preso il posto dei fatti. Ebbene ai sedici amministratori, ed al primo cittadino, che durante la campagna elettorale hanno chiesto la fiducia dei grumesi, oggi che viviamo l’ennesima disfatta in un momento così critico per la nostra città dico: “fossi in voi proverei vergogna!”
Nel corso dell’ultimo consiglio comunale, tenutosi ieri (lunedì 18 Luglio n.d.r.), la politica grumese che governa la città non si è presentata dando l’ennesimo ben servito ai cittadini. La motivazione è da ricercare nella richiesta, protocollata lo scorso 30 Giugno, dell’azzeramento della giunta sottoscritta da undici consiglieri (Roberto Marino – Pasquale Cammisa – Ciro Gervasio – Antonio Iovinella – Giuseppe Coppola – Gianluca Esposito – Cristina Gervasio – Vincenzo Orefice – Guido Miele – Antonio Chiariello e Carmela Tramontano). Dopo questa richiesta pare che quattro assessori abbiano già rassegnato le dimissioni, mentre chi non ha intenzione di lasciare la poltrona è il vicesindaco. I consiglieri firmatari della missiva in sostanza, in virtù della nuova “allargata” maggioranza hanno chiesto un azzeramento della giunta. Di Bernardo doveva aspettarselo. Se cambia la maggioranza cambia tutta la squadra di governo. E invece no. Per lui cambia la squadra di governo tranne il vicensindaco. Perché? Ci ritroviamo oggi, ancora una volta, da un lato consiglieri comunali che anziché essere propositivi, di lavorare per i cittadini che hanno riposto nelle loro mani la fiducia, di lavorare per risuscitare il paese ormai morto; fanno il pugno duro col primo cittadino. Quest’ultimo dal canto suo, invece di anteporre il bene della città alle sue azioni politiche, antepone il proprio spirito caritatevole e compassionevole verso chi fino ad oggi con il suo assessorato ha dato il nulla alla città. Ma c’è di più. Di Bernardo avrebbe dovuto fin dai primi giorni della sua amministrazione attorniarsi di una squadra di professionisti competenti e capaci di portare avanti la faraonica operazione di risollevare Grumo Nevano, così come avviene in paesi non molto lontani da noi (vedi Bacoli). E questa squadra il primo cittadino non l’ha mai avuta e non ce l’ha tutt’ora tant’è che alla sottoscritta, ed altri cittadini in più di una occasione, ha raccontato di essere solo e sommerso di problemi.
Questa dell’ennesima nuova maggioranza poteva essere una buona occasione per riformare una volta e per tutte la squadra di governo. La città seppur stanca dei suoi balletti politici avrebbe ancora una volta chiuso un occhio. E invece No. Vuole far credere di essere un politico tutto d’un pezzo che non cede ai ricatti. Ma se cosi fosse Di Bernardo doveva dimettersi quando è venuta meno la sua maggioranza. Ha scelto invece la strada più tortuosa, quella che ad ogni angolo nasconde insidie e appunto i ricatti. Ha chiesto aiuto alla minoranza allargando quello che restava della sua maggioranza. E allora caro Gianco devi azzerare tutta la giunta! Non hai altre strade. O meglio un’altra ce l’hai e la dovevi mettere in pratica ieri sera (il 18 Luglio). Avresti dovuto presentare le irrevocabili dimissioni. Quelle vere però, non quelle fasulle che si ritirano dopo 20 giorni. Se proprio non vuoi dimetterti, e non vuoi azzerare tutta la giunta di tuo pugno e vuoi ancora una volta provare ad andare avanti, a dimettersi deve essere il vicesindaco. Senza se e senza ma. E’ ormai noto che nessuno dei consiglieri sia di maggioranza che di opposizione, tollerano più il suo (non) operato. Diversamente non starebbero a chiedere con forza le sue dimissioni. E’ il tempo della serietà. Il paese ha bisogno di azioni forti, vere e tangibili non di continui falsi proclami e inutili e sterili piagnistei. I cittadini si aspettano di vedere compiute ( non solo proclamate) le opere che contribuiscono a realizzare con le proprie tasse.
Giovanna Scarano